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Siracusa, Cavagrande: due anni, zero interventi e il canyon resta ancora chiuso
A seguito dell’incendio, il 2 luglio, l’ente gestore della riserva l’azienda foreste demaniali, emanò un’ordinanza di chiusura dei sentieri per pericolo elevato di caduta massi. Per quell’incendio, che ha compromesso molte micro economie, distrutto ettari di flora protetta, compromesso una delle attrazioni naturali più belle e conosciute d’Italia, nessuno ha pagato.
Oggi, a distanza di 730 giorni, i sentieri e la riserva sono ancora chiusi. In due anni, l’unico intervento al netto dei proclami, è stato un monitoraggio dei costoni rocciosi con l’ausilio dei droni. Nessun progetto è ancora stato fatto per la messa in sicurezza e il ripristino dei sentieri. Mancano fondi e forse anche un po’ di volontà.
Viaggiatori e turisti di tutto il mondo, ogni giorno si recano a visitare la riserva. C’è chi, arrivato all’ingresso del canyon torna indietro mestamente, chi invece, sfidando l’ordinanza e la natura, scende giù per i sentieri fino ai laghetti principali. Come se non fosse successo niente. Si continua a brancolare nel buio, fra ritardi burocratici, liti fra le istituzioni e appelli e parole al vento. La deputazione regionale si occupa della vicenda a corrente alternata. Comunicati che lasciano il tempo che trovano.
E’ un gioiello della Sicilia di cui nessuno vuole seriamente occuparsi. Nell’Isola falcidiata dai problemi, questa sembra essere l’ultima preoccupazione, e Amen, se tutti si riempiono la bocca con la parola “turismo”. In fondo sono solo parole, mica parliamo di cose serie…
Francesco Midolo
25 Giugno 2016
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