20 giugno 2016

ARGINARE L’ESTATE DI FUOCO: LA PREVENZIONE PRIMARIA DEGLI INCENDI TERRITORIALI E LA VIGILANZA DINAMICA


Arginare l’estate di fuoco: la prevenzione primaria degli incendi territoriali e la vigilanza dinamica


di Salvino Carramusa

Secondo la stampa -  tra il 15 ed il 16 giugno - in Sicilia sono divampati 500 incendi ( secondo altri 800 ). Il 16 giugno le temperature hanno toccato punte di 45 gradi e con un vento di scirocco che spirava da 36 a 47 nodi ( da 68 a 90 km/h ): era prevedibile. Le previsioni del tempo per i successivi 10/15 giorni sono molto attendibili. Chiunque può accedervi.
Nella buona parte dei casi si tratta di incendi dolosi, quindi  di atti criminali. Se vi  sono - come sembra - anche roghi colposi, gli autori saranno cretini al 100%.
La Sicilia è tornata nuovamente ad essere un caso nazionale. Dozzine di ore sulle TV, decine di pagine sulla stampa.  Pochi gli opinionisti seri, ancor meno i rappresentanti istituzionali competenti ed avveduti. Ad ogni modo sono state buttate nella pentola – alla rinfusa - alcune ipotesi ed affermazioni sulle cause socio-economiche degli incendi e sui settori e  le categorie che ne trarrebbero vantaggio o  che reagirebbero ad un reale o presunto svantaggio. Ovviamente ve ne è una che viene sovraesposta rispetto a tutte le altre : quella dei forestali. La vedremo all’ultimo punto. Secondo altre analisi più obiettive  l’ordine è diverso: a) la piromania pura -  cioè la condizione patologica  che induce eccitazione ed autostima nell’incendiario; b)  la mafia dei pascoli – quest’anno i terreni pascolivi appartenenti ad Enti pubblici sono stati o saranno concessi attraverso appositi bandi; ciò turba e può turbare equilibri consolidati; c) gli allevatori in genere e la gestione “ produttiva” dei pascoli –  dopo gli incendi il terreno è particolarmente fertile, affermano alcuni confusi rappresentanti istituzionali; questa spiegazione ha una sua “ logica “ solo  per i mesi di agosto e settembre perché l’arrivo delle piogge concorre a favorire la remissione dei germogli;  semmai a giugno e luglio il fuoco può essere usato  per liberare i terreni da macchie e rovi e insediarvi successivamente ovini e bovini; d) gli speculatori edili – per insediare nuove costruzioni nelle “ aree boscate e nei pascoli percorsi dal fuoco” ( in assenza di un Catasto degli incendi boschivi tutto può essere possibile ); e) alcune filiere agroalimentari extra regionali  - ipotesi per me nuova ed inquietante, se interpreto bene quanto dice il Presidente della Coldiretti Sicilia: “ Io sono sempre più convinto che dietro ai focolai vi sia una strategia di attacco mirata per tenere sotto scacco l’agricoltura siciliana:  ulivi, frumento, fieno, sono questi i prodotti agricoli che con molta probabilità sono andati persi in quantità elevate, a causa degli incendi che hanno colpito varie zone della Sicilia giovedì;  ma non solo, a subire gravi perdite sono anche le aziende zootecniche ed i pascoli”;  

f)  gli operai forestali - la categoria più sovraesposta dai media e dalle istituzioni; le accuse storiche ribadite sino ad ieri da alti vertici istituzionali regionali e nazionali, da esponenti della Lega Nord, da buona parte dei media, si fondano sulla convinzione che i  forestali bruciano per procurarsi lavoro (ma ci sono le tanto vituperate leggi di garanzia che li garantiscono), oppure per sollecitare le assunzioni periodiche annuali (ma erano stati già assunti quando è scoppiato l’inferno di fuoco), ed una piccola parte di loro per vendicarsi dei licenziamenti  (un centinaio circa; disposti dal Presidente Crocetta a seguito di condanne e dopo avere scontato il loro debito con la giustizia). Licenziamenti ingiusti (a parte i 20/30 condannati per incendio doloso);  la interdizione perpetua dai pubblici uffici non credo proprio possa riguardare le mansioni meramente esecutive degli operai;  così,  potenzialmente, li si induce nuovamente a delinquere per procurarsi un reddito. Ma questa, in parte , è un’altra storia. Noti esponenti politici e giornalisti ora si spingono oltre:  infatti  “ vi sarebbero  molti indizi a carico dei forestali ” per i roghi che hanno devastato la Sicilia.  Se è così portino le carte e/o  le prove in Procura. Personalmente -  se viene arrestato e condannato con prove certe (e prima ancora licenziato) un forestale e chiunque procuri con incendi ed in altri modi (specie se con dolo ) gravi danni ambientali -  non posso che gioire: mi vesto di bianco e me ne vado a ballare.
L’esame frammentario e confuso degli interessi economici, sia in questi giorni che nel passato (che ho provato a riordinare nei punti precedenti, secondo altri e più obiettivi criteri ), viene accompagnato ed intercalato da una indagine ancora più  omissiva: gli incendi di questi 2 terribili giorni hanno percorso centinaia di chilometri, bruciato campagne, uliveti, boschi, pascoli, aziende, agriturismi, case, strutture industriali, mobilifici, automobili; lambito asili, ospedali, strutture pubbliche. A Cefalù  il fuoco  ha lungamente circondato case e ville e si è fermato a ridosso del mare.. . In una parte della Sicilia, nelle Madonie, si è originato in aperta campagna tra Lascari e Collesano, molto distante dalle zone boscate pubbliche e private.  A Palermo la devastazione di Monte Pellegrino si è innescata in via Bonanno: periferia urbana della città. L’omissione strumentale consiste nell’indicare  solo le relative inadempienze della Amministrazione Forestale per non avere completato i parafuochi (quest’anno l’attività di manutenzione è iniziata ai primi di giugno, tecnicamente poteva essere anticipata  di 10-15 giorni; lo scorso anno si iniziò a luglio) e del Corpo Forestale per avere immesso in servizio  gli operatori antincendio entro il termine del secondo limite previsto (il 15 giugno; l’art. 56 della Legge 16/96 prevede avviamenti, di norma, dal 15 maggio al 15 giugno. Lo scorso anno gli operatori furono immessi in servizio a fine luglio ). I ritardi ed i limiti della progettazione, della stipula dei contratti di fornitura e manutenzione di materiali, mezzi, D.P.I. dipendono da sprechi, da  farraginosità burocratiche, da analisi lacunose, ma anche dai tempi della Finanziaria regionale e dalle successive assegnazioni.
Detto tutto questo va immediatamente aggiunto che  altri soggetti pubblici e privati parimenti responsabili per legge della prevenzione primaria sono praticamente assenti (a parte ex Province, Enti Parco ect). Il Presidente della Regione è il primo responsabile della Protezione Civile regionale; i Sindaci sono i primi   responsabili della Protezione Civile  comunale. Se venissero attuati e fatti rispettare il D.P. 297 del 2008 (Presidente Lombardo) e le Ordinanze dei Sindaci (che a loro volta fanno riferimento a norme nazionali e regionali), i terreni incolti, parzialmente coltivati, i seminativi, i pascoli, i boschi e le superfici private, sarebbero ogni anno  ed in tempo utile messe in condizioni di sicurezza  da proprietari e conduttori (ripuliture totali o parziali,  strisce tagliafuoco, ect; specie nei siti sensibili). Norme, Decreti Presidenziali, Ordinanze Sindacali non vanno solo scritte, vanno fatte rispettare: tramite i Vigili Urbani  ed il personale del Corpo Forestale. In quei 2 giorni di inferno (15 e 16 giugno) avremmo probabilmente ridotto il 50% delle superfici percorse dal fuoco.
La maggior parte dei comuni siciliani non ottempera ad un altro obbligo fondativo della prevenzione primaria, disposto dalla legge 353 del 2000: la predisposizione del Catasto degli incendi boschivi (in virtù della rivoluzionaria definizione di incendio boschivo in essa contenuta, il Catasto degli incendi boschivi  “fotografa” l’intero territorio). Solo attraverso il Catasto si possono cartografare le aree percorse dagli incendi per poi applicare le relative sanzioni (divieto di pascolo e caccia nelle zone boscate percorse dal fuoco,  di rimboschimento, di edificazione e cambio di destinazione urbanistica nelle zone boscate e nei pascoli percorsi dal fuoco). Urlare in televisione (Crocetta) che bisogna raddoppiare le sanzioni senza che si abbiano gli strumenti per applicarle è demagogia purissima. Il Presidente,  invece di urla spettacolari, potrebbe far approvare norme cogenti per i Sindaci, per rendere effettiva la redazione del Catasto degli incendi boschivi. Essenziale, inoltre,  sarebbe prevedere il divieto di pascolo anche nei terreni pascolivi percorsi dal fuoco, in aggiunta al divieto già previsto per le aree boscate.
Il caldo dell’Africa è già arrivato ancora prima dell’estate. Si profila una estate torrida. Non può più accadere quello che è accaduto. La prevenzione primaria riguarda e deve riguardare tutto il territorio e tutti i soggetti del sistema devono farla rispettare.
Va attivata infine, ma non per ultimo, LA VIGILANZA DINAMICA (già sperimentata con successo - lo scorso anno - dall’ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Questa metodologia contribuì altresì a raggiungere clamorosi risultati positivi in realtà come il Parco Nazionale dell’Aspromonte, dove in un quinquennio gli incendi  si ridussero del 98% rispetto a quello precedente). VIGILANZA DINAMICA significa  che gli operatori sono dislocati in siti e tratti sensibili (secondo il piano antincendio e l’esperienza territoriale) e percorrono anche a piedi lunghi tratti. Con la loro presenza avrebbero in primo luogo una funzione di deterrenza (un aspetto della prevenzione primaria), ma anche quella di segnalare  persone sospette ed evidentemente di repressione  di eventuali focolai di incendi e di incendi veri e propri.
Andrebbe svolta in sinergia da Guardie Forestali (anche se molti sono andati in pensione, ve ne è ancora un numero sufficiente per questo importante servizio territoriale), operai dell’Antincendio, volontari della Protezione Civile, Associazioni di volontariato. Una norma specifica – in sede di riordino della legge forestale -  potrebbe poi istituire definitivamente la VIGILANZA DINAMICA.
Il capo della Protezione Civile regionale -  Calogero Foti - dichiarava l’altro giorno che manca più in generale “ il coordinamento tra i diversi corpi chiamati ad intervenire”(Angelino Alfano non è d’accordo..). Martedì farà una riunione straordinaria per venirne a capo. Il coordinamento è essenziale per razionalizzare le risorse e prevenire i rischi.
Il Presidente ci informi.

Palermo 19 Giugno 2016  Salvino Carramusa – L.T.I.

N.B. Articolo correlato - La prevenzione primaria degli incendi territoriali: il ruolo dei Sindaci e dei Comuni (30 maggio 2016).


Si allegano:
a) Vigilanza dinamica in sinergia con Protezione Civile – Agrigento;
b) Decreto Presidente Regione Sicilia n° 297 del 2008;
c) due esempi di Ordinanze Sindacali: Comuni di Polizzi Generosa ed Acicatena.









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