I NODI DELLA SICILIA IL DIPARTIMENTO: AVANTI O C'È IL RISCHIO DI DANNO ERARIALE. CROCETTA: ENTRO 30 GIORNI ESPULSI GLI OPERAI CONDANNATI
Pagamenti illegittimi ai forestali, la Regione accelera sul recupero. I sindacati: via ai ricorsi
Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto di congelare le procedure per il rientro di 6,5 milioni. Ma a Palermo arrivano 1.700 diffide
Foto Gds
Le somme da restituire per ciascun lavoratore variano da 600 a 1.200
euro. Una sentenza della Cassazione le ritiene illegittime e il Comando
forestale ha già inviato le prime richieste a Messina, Catania ed Enna.
Riccardo Vescovo
La Regione accelera sul recupero degli arretrati contrattuali pagati nel
2009 a settemila forestali del settore dell'antincendio, somme per ogni
lavoratore variano da 600 a 1.200 euro circa. Una sentenza della
Cassazione ritiene quelle somme — in tutto circa 6,5 milioni —
illegittime e il Comando forestale dopo aver inviato le prime richieste
di restituzione a Messina, Catania ed Enna, adesso sta intervenendo
anche nel resto dell'Isola a cominciare da Palermo, dove lavorano 1.700
forestali. Decisione che ha scatenato l'ira dei sindacati: Cgil, Cisl e
Uil in un incontro del 5 febbraio scorso avevano chiesto all'assessore
Maurizio Croce e al dirigente Gaetano Gullo di congelare le procedure in
attesa di avere chiarezza sul contenuto della sentenza. Dalla Regione
però sostengono che la «macchina» per il recupero delle somme era già
partita e che fermandola si sarebbe corso il rischio di mandare in
prescrizione le cifre contestate con conseguente rischio di danno
erariale per i responsabili. Così in questi giorni quasi in tutta la
Sicilia i forestali sta ricevendo le lettere dove è richiesta la
restituzione delle somme. «Si diffida la signoria vostra alla
restituzione in favore di questa amministrazione delle somme percepite
sugli arretrati contrattuali del periodo 2006/2009 che ammontano a
834,45 euro»: è una delle richieste giunte a un lavoratore. La vicenda
risale al 2009 quando il governo Lombardo siglò un accordo coi sindacati
per adeguare i contratti per periodo 2006-2009. Un'intesa in base alla
quale fu stabilito che gli arretrati sarebbero stati pagati in tre rate:
a partire dal primo luglio 2009 il primo 25 per cento, il 35 per cento
entro il 2010 e infine il 40 per cento entro il 2011. L'ultima parte
delle somme però non fu mai erogata e alcuni lavoratori ricorsero alla
giustizia. Decisione che pero si ribaltò negativamente sulla categoria.
Diverse sentenze infatti stabilirono che quelle somme erano illegittime
perché in sostanza l'accordo doveva essere sancito da una delibera di
giunta che non arrivò mai. Una sentenza della Cassazione, con rinvio in
appello, ha spinto il dipartimento guidato da Gullo a recuperare le
somme. Nei giorni scorsi i sindacati di categoria avevano incontrato i
vertici dell'assessorato raggiungendo una sorta di accordo: la Regione
avrebbe chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato e intanto avrebbe
congelato il recupero delle somme. Le lettere erano però partite e in
questi giorni sono arrivate ai destinatari. Tra l'altro nelle lettere si
indica perentoriamente il termine di 120 giorni dalla ricezione della
nota per effettuare il pagamento. Secondo i sindacati però il governo
sta commettendo un errore perché le sentenze su cui si sta basando
riguardano solo alcuni lavoratori. «È incomprensibile - dice Tonino
Russo della Flai Cgil Palermo - che una sentenza individuale venga
estesa a tutti per recuperare somme. Quando la Regione viene condannata a
pagare, paga solo il lavoratore che vince il contenzioso. Gli
arretrati, corrisposti tra l'altro in misura inferiore di un terzo, a
causa di un errore nei conteggi commesso da parte del comando forestale,
derivano da una delibera della giunta regionale del 2008, che ha
recepito il contratto collettivo. E sono frutto anche di un successivo
accordo sindacale del 2009 e di una legge finanziaria votata dall'Ars,
che ha stanziato le somme in appositi capitoli di bilancio». La Uila di
Palermo in una lettera a firma di Giuseppe La Bua chiede a dirigente
e assessore «di ritirare con atto formale le notifiche consegnate ai
lavoratori» e si dice pronta «ad azioni legali contro l'amministrazione e
i dirigenti». Al momento il recupero delle somme sta riguardando solo i
7 mila forestali dell'antincendio: la Regione sta verificando se anche
gli altri 16 mila che si occupano di manutenzione dei boschi e dipendono
da un altro dipartimento, debbano restituire le somme percepite. In
questo caso, considerando anche i mille assunti a tempo indeterminato,
la cifra da restituire ammonterebbe a circa 40 milioni e ogni lavoratore
dovrebbe restituire anche fino a cinquemila eu ro. Intanto il
presidente della Regione, Rosario Crocetta, annuncia verifiche a tappeto
sui forestali: «Solo chi ha i requisiti di legge - dice - può rimanere
all'interno del bacino dei forestali». Tra i 24 mila lavoratori ci
sarebbero infatti numerosi operai con condanne alle spalle. Crocetta ha
inviato una direttiva ai dirigenti del Lavoro, dello Sviluppo rurale e
del Corpo Forestale per «l'immediato avvio del procedimento di
cancellazione dagli appositi elenchi dei soggetti non in possesso dei
requisiti necessari alla costituzione di un rapporto di lavoro con la
pubblica amministrazione». Se non rispetteranno la scadenza, saranno
rimossi dall'incarico.
20 Febbraio 2016
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Ormai si fa cassa togliendo gli spiccioli dal salvadanaio degli operai ..... è come rubare le caramelle ai bambini ....... si dobrebbero vergognare. Fedele Berna Nasca Disteso 2 Catania
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaNon sanno dove racimolare soldi...guarda caso sempre dal più debole.....incominciate da voi politici a risparmiare
RispondiEliminaneanche a voi aspettano tutti quei soldi...sono rubati.....ed è merito dei nostri voti che siete li a sbavo...vergogna....Giovanni distr.1 Catania
Vorrei ulteriormente ribattere che per i dati di cui abbiamo riscontro documentale non chiediamo di chiudere un occhio su delle cifre concesse con benevolenza e non dovute; chiediamo invece che li aprano tutti e due e che si rendano conto di avere preso un'abbaglio.
RispondiEliminaLa sentenza della Cassazione non va però sottovalutata per alcune considerazioni probabilmente fondate ma ha espresso il suo giudizio in base agli elementi che aveva e questi non erano certamente completi.
Giuseppe La Bua
Segretario Territoriale UILA Palermo