08 gennaio 2015

ESERCIZIO PROVVISORIO E PRECARI PIÙ DI 50 MILA LAVORATORI IN BILICO, FORESTALI COMPRESI



ARS

Esercizio provvisorio e precari

Più di 50 mila lavoratori in bilico
 

di Maria Teresa Camarda e Accursio Sabella


Sala d'Ercole ha iniziato la discussione sulla manovra finanziaria e sul rinnovo dei contratti dei circa 22 mila lavoratori a tempo determinato di Comuni e Province. Per questi, soldi solo fino ad aprile. L'opposizione: "Crocetta ha fallito, si dimetta". Musumeci attacca. L'assessore Caruso applaude.

PALERMO - Per l’opposizione si tratta di una mini-Finanziaria. Di un testo che va ben al di là della sua funzione “ufficiale”. E in effetti, l’esercizio provvisorio che oggi è approdato all’Ars con la discussione generale è un ddl corposo e complesso. Che prevede norme di ogni tipo.



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Intanto, sono rientrate quelle inizialmente stralciate perché sprovviste di relazione tecnica o perché non esaminate dalle commissioni di merito, prima di approdare alla commissione bilancio. Sì ai 9 milioni che garantiranno quattro mesi di sussidio ai lavoratori “ex Pip”. “Ma queste persone – ha denunciato in Aula il deputato Figuccia, di Forza Italia – meritano più certezze per il futuro e non dovrebbero essere sottoposti al ricatto di un destino a medio termine, così come per i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia". Per questa società partecipata, l’esercizio provvisorio prevede uno stanziamento da un milione e duecento mila euro, in attesa “di una riforma organica delle società a totale o a maggioritaria partecipazione della Regione”. La relazione presentata in commissione dal ragioniere generale della Regione, Salvatore Sammartano, spiega che “la crisi di liquidità di Sviluppo Italia Sicilia non ha permesso di pagare gli stipendi dei dipendenti” e, considerando il ruolo della società e il fatto che questa abbia dei contratti in essere con l’amministrazione regionale, il fondo da versare permetterebbe di non subire ritardi “nel completamento delle attività o rallentamenti dell’attività di certificazione della spesa delle risorse comunitarie”.

Sì anche alla norme relativa alla privatizzazione delle Terme di Sciacca. L’articolo 12 della legge per l’esercizio provvisorio stanzia un fondo da 800 mila euro da utilizzare “esclusivamente” per il pagamento dei debiti. La società è infatti con l’acqua alla gola e i creditori si stanno rivolgendo ad istituti di recupero crediti che potrebbero portare presto al collasso le ex Terme. In particolare, come spiega Sammartano nella relazione tecnica, l’Enel richiede entro 30 giorni il pagamento del conto di 207 mila euro; la Girgenti Acque entro trenta giorni deve ricevere 101.667 euro per la fornitura dell’acqua; la Serit, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps aspettano un saldo da 189.279 euro. “La somma prevista nella norma è indispensabile per far fronte ai suddetti debiti societari – scrive Sammartano – in modo da evitare di procedere alla dismissione dei beni mobili e immobili che di fatto impedirebbe la privatizzazione” della società. La Regione siciliana ha predisposto il primo avviso di manifestazione di interesse che sarà pubblicato entro il primo trimestre dell’anno.

In merito ai fondi per la ex Tabella H, 10 milioni di euro autorizzati dalla giunta, il testo del disegno di legge protrae fino al mese di giugno del 2015 la possibilità di realizzazione delle attività culturali. Questo perché, è scritto nella relazione tecnica, “soltanto negli ultimi giorni dell’anno 2014 è stato possibile attivare i provvedimenti amministrativi per apportare le necessarie variazioni al bilancio regionale”.

Per il resto, gli articoli del ddl prevedono, come detto, di tutto. Già l’articolo 1 stabilisce la differenziazione tra le voci in bilancio: alcune (in particolare stipendi dei regionali e spese obbligatorie) sono calcolate in dodicesimi, cioè la copertura prevista è fino alla fine dell’anno, per altri sarà pari sol alla durata dell’esercizio provvisorio: enti collegati alla Regione, comandati dell’assessorato Salute (per loro stanziati 340 mila euro), Forestali, precari degli Enti locali e, appunto, ex Pip. In pratica, circa 50 mila persone resteranno “in bilico” fino ad aprile. “Questo è il primo passo – ha spiegato Baccei – di un percorso che segna una discontinuità col passato soprattutto sul piano della valutazione delle entrate. Ma che prevede anche un dialogo col governo nazionale. Incontri in occasione dei quali la Sicilia avanzerà le proprie legittime richieste”. Tutto ruota attorno a quello, insomma. Se Roma non aprirà i cordoni della borsa, consentendo al governo regionale di rimpinguare quei capitoli con la legge Finanziaria, sarà praticamente impossibile garantire il futuro di tutti questi lavoratori.

L’esercizio provvisorio prevede poi l’accensione di un nuovo mutuo da 145 milioni di euro da destinare a Comuni e Province. Previsto poi il passaggio delle spese per i servizi resi dalla società Sas dal bilancio al Servizio sanitario regionale. Questo farebbe risparmiare circa 13,6 milioni di euro. L’articolo 9 è tra i più discussi, e lo stesso Baccei, nel corso di una conferenza stampa di venti giorni fa, ammise: “So che non si può fare”. Si tratta dell’utilizzo delle somme del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la copertura del concorso alla Finanza pubblica: in pratica si tratta dei soldi che il governo nazionale chiede in quota parte a tutte le Regioni italiane.

In Aula oggi non sono mancate le polemiche. L’opposizione ha infatti attaccato apertamente il governo: “Se tra quattro mesi non interverrà Roma – ha detto il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone -, la Sicilia si ritroverà in braghe di tela. Questo esercizio provvisorio è la conferma dell'incapacità di questo esecutivo”. Per Nello Musumeci “a Roma servirebbe un governo autorevole, forte. Ma Crocetta non si è certamente comportato da aquila, anzi nemmeno da passerotto. Mentre Renzi ha recitato bene la parte della gazza ladra”. "Alla fine dell'intervento di Musumeci – ha fatto notare il capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro - ho visto applaudire l'assessore Bruno Caruso. L’assessore è troppo accorto per non sapere dove si trova. Ed è anche troppo onesto intellettualmente per non sapere che quello che il centrodestra sta dicendo è la verità. Non era mai accaduto – ha aggiunto Cordaro - nella storia dell'autonomia che si approvassero in un anno quattro finanziari e che si cambiassero tre assessori al bilancio”. Molto critico anche il Movimento cinque stelle: “Questa Regione – ha detto Valentina Zafarana - ha un debito di 5 miliardi, ma di cosa stiamo parlando? Ancora ci sono questuanti che stanno dietro le porte degli assessori a chiedere soldi. Noi abbiamo già chiesto le dimissioni di Crocetta e le chiediamo nuovamente, è l'unica cosa che può fare". Zitto il partito democratico, a prendere le difese del governo il solo Antonio Malafarina: Chi ha succhiato il sangue per tanto tempo alla Sicilia ora denuncia che la casa è insanguinata. Troppi gufi e corvi aleggiano in questi giorni. Gente che dimentica di essere stata al governo della Regione. Le stesse persone che hanno portato i dirigenti a 1.800, hanno creato lo scandalo delle Partecipate, che hanno abusato con co.co.pro e contratti di ogni tipo. Queste cose non le ha create Crocetta". L’Aula ha anche incardinato i ddl sulla proroga degli oltre 22.400 precari degli Enti locali e il ddl sulle Camere di commercio che prevede una proroga ai contratti dei lavoratori e il “blocco” del patrimonio immobiliare. Per evitare che anche questo possa essere svenduto. La discussione riprenderà domani alle 16.


Leggi la sintesi della seduta parlamentare di ieri

07 Gennaio 2015
http://livesicilia.it/2015/01/07/esercizio-provvisorio-stop-dellaula-i-nodi-pip-sviluppo-italia-e-tabella-h_583889/








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