20 marzo 2013

MONTANTE A CROCETTA: "INVESTA O SARÀ LA FINE". ALTRIMENTI TRA DUE ANNI IN SICILIA AVREMO PRECARI E FORESTALI CHE NESSUNO POTRÀ PAGARE E NON CI SARÀ PIÙ UNA SOLA IMPRESA"



Montante a Crocetta:
"Investa o sarà la fine"


Intervista al presidente di Confindustria Sicilia: "Questo governo deve dare prova di essere diverso da tutti gli altri. Ora o mai più. Altrimenti tra due anni in Sicilia avremo precari e forestali che nessuno potrà pagare e non ci sarà più una sola impresa".



“Questo governo deve dare prova di essere diverso da tutti gli altri. Ora o mai più. Altrimenti tra due anni in Sicilia avremo precari e forestali che nessuno potrà pagare e non ci sarà più un'impresa”. Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, chiede al governo regionale di Rosario Crocetta una prova di coraggio nella sessione di bilancio. Non ci si può più attardare sulle emergenze e sulle spese clientelari, l'unica speranza per la Sicilia è quella di puntare sugli investimenti. O sarà default, o peggio, sarà la catastrofe.

Presidente Montante, l'Ars si appresta a discutere e votare gli strumenti finanziari del governo. É preoccupato che alla fine per la Sicilia arrivi la solita musica?
“No, la musica fin qui è cambiata. Questo è un governo che sta dando dei segnali positivi. Ma rimane una preoccupazione, legata alla mancata individuazione di priorità precise”.

Quali priorità?
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a una volontà che appariva quasi studiata tavolino, come se ci fosse un disegno contrario allo sviluppo delle famiglie e delle imprese siciliane. Il popolo è stato visto solo come serbatoio di voto in una terra di assistenzialismo e clientelismo. Il prodotto di tutto questo è la sottocultura che ha frenato gli investimenti e lo sviluppo. Si è trasmessa al mondo intero un messaggio che ha fatto male alla Sicilia”.

Lei dice che le cose potrebbero andare anche peggio di così?
“Guardi, oggi tanto è stato fatto contro la mafia, sia dalle forze dell'ordine sia della società civile. E da presidente di Confindustria Sicilia posso dirlo con orgoglio. Oggi abbiamo un presidente della Regione che sulla legalità ha fatto certamente un sacco di cose. Ma oggi se non mettiamo al centro dell'attenzione gli investimenti, non c'è futuro. Non è per fare un favore alle imprese o ai sindacati, se non ci si pone il problema dello sblocco degli investimenti, delle opere pubbliche, di un piano industriale, cadremo in verticale, come sono caduti tutti gli altri governi”.

E lei pensa che questo governo si muoverà in questa direzione?
“Il presidente ha fatto una bella giunta ma deve interessarsi agli investimenti. Che non si mettano in testa di puntare sull'assistenzialismo: i forestali , i precari, eccetera. Bisogna fare l'una e l'altra cosa”

Sarebbe bello, ma come lei sa bene, i soldi non ci sono.
“Ma è una miopia non farlo. Se pensi ai forestali, tanto per fare un esempio, e non agli investimenti noi ci troveremo tra due anni con una regione fallimentare, in default. E miracoli non ne possono avvenire. Hanno lasciato buchi impressionanti, ci vuole un'operazione verità. Ci troveremo una scatola vuota, con tutti i precari che abbiamo che non potremo pagare più, e non potremo più pagare neanche le pensioni, e non ci saranno più imprese. Attenzione, il momento è drammatico. Ogni volta che chiude un'impresa, manda a casa dei lavoratori che non lavoreranno più. Ci sarà un disastro socio-ecomomico nella nostra Isola, dove si brucia ricchezza e non si pagano più tasse, con i conseguenti problemi di cassa per la Regione”.

La moria di posti di lavoro nel privato è stata drammatica. E forse sottovalutata.
“Ma certo, anche perché quando chiude una fabbrica saltano non solo i dipendenti diretti, ma scompare tutto l'indotto. Migliaia di lavoratori spariscono, e tutti intanto pensiamo all'assistenzialismo e ai precari”.

Quali sono le proposte concrete di Confindustria?
“Serve un piano industriale serio, quattro o cinque punti di forza: l'agroalimentare, il turismo e la valorizzazione dei beni culturali, l'energia, intesa come ricerca e innovazione, lo sblocco delle opere pubbliche bloccate. E per questo serve uno sforzo degli assessorati per avviare un tavolo interassessoriale, individuare una lista di opere e cantierare tutto il possibile, al fine di mettere soldi in circolazione e migliorare le infrastrutture. Invece, se andiamo a tagliare in questi ambiti per garantire delle spese assistenziali saremo fanalino di coda del mondo. Io dico: puntiamo su questi quattro interventi e accanto a questo, facciamo una grande attività di comunicazione per promuovere la Sicilia nel mondo intero, attraendo investimenti senza farli scappare. Vede, la Sicilia è come una grande azienda, con l'opificio, i macchinari, i lavoratori, il know how, persino i clienti, però l'azienda non ha la comunicazione di apertura attività”.

A proposito di know how, servirebbe anche un po' di formazione vera...
“Oggi ci sono Paesi che mandano i propri giovani fuori e poi tornano e fanno crescere il proprio territorio. Noi facciamo tutto al contrario, facendo scappare i migliori giovani e non facendoli più rientrare. Dobbiamo mettere a disposizione delle risorse per fare rientrare i migliori ragazzi, pagarli per farli tornare. Oggi c'è la speranza che il governo Crocetta possa fare questo, ma bisogna fare presto altrimenti si farà la fine dei precedenti governanti che si fanno prendere troppo dalle emergenze, senza pianificare”.

Insomma, lei dice: facciamo di questa crisi un'occasione per uscire dal pantano.
“Sì, ma attenti: perché di altre occasioni non ne abbiamo più. Questo governo deve dare prova di essere diverso da tutti gli altri. Ora o mai più”.

20 Marzo 2013


Oltre alla Lega Nord abbiamo anche la Confindustrria contro, a loro interessano solamente i lavoratori delle aziende privati.
Per il precedente Presidente Ivan Lo Bello, i precari dovevano essere cancellati.

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