08 settembre 2017

INVITO


di Antonino Lomonaco
Sono tornato spesso a rivivere con la mente gli accadimenti di quel, per me, fausto ed infausto cinque agosto scorso, cercando di capire gli errori commessi, così come gli atteggiamenti corretti.
Tanti mi chiedono della paura o del dolore che in quei momenti io abbia potuto provare.
In verità non ho avuto tempo per la paura. Ho avuto coscienza della estrema gravità in cui mi trovavo ed ho pensato persino all’analogia, di quel che capitava, con i miei cari e sfortunati compagni dell’agosto del 1993: il fuoco che montava rapidamente da sotto, la mancanza di sicure vie di fuga, l’improvvisa ed imprevedibile situazione.
Certamente, la capacità di valutare con una relativa calma, quel che mi stava accadendo, anche nell’incertezza, ha fatto sì che prevalesse il sentimento di salvarmi, piuttosto che quello della paura. Allo stesso modo, questo sentimento, ha prevalso anche sul dolore fisico che, sì, è stato rilevante, tanto che, ad un certo punto della corsa, quasi mi spingeva a fermarmi per un irriflessivo scuotimento delle parti doloranti. Ma ciò sarebbe stato disastroso, poichè ero immerso ancora fra le fiamme. Per cui, replico, fortunatamente ha prevalso il mio istinto alla salvezza piuttosto che la propensione alla paura o a cedere alla forza del dolore.
Col senno di poi, quel che è capitato, ha dell’incredibile, poichè non riesco a capacitarmi come abbiamo fatto, al nostro passaggio, a non scorgere alcun pericolo dove solo qualche minuto dopo è scoppiato l’inferno. Certo, vi era un muretto a secco che nascondeva quel che c’era dietro e noi siamo saliti con una certa lena. Ma ciò che ha accellerato e potenziato la dinamica di tutto quel che è successo è stata, di certo, la temperatura di quarantacinque gradi, una temperatura gravosa che, più o  meno, ha accompagnato tutta l’estate di questo 2017, anno che, per noi dell’antincendio boschivo, è da dimenticare.
Estati come questa portano ad una rapida desertificazione dei territori, alla morte di innumerevoli piante ed animali innocenti ed impreparati a fronteggiare queste catastrofi portate da noi uomini.
Il cambiamento climatico, ormai, non è visto solo da chi non vuol vedere, da chi è cieco nell’anima, come questi criminali che continuano ad appiccare incendi.

Fra gli atteggiamenti virtuosi, però, tengo particolarmente a rilevare la grande importanza del corretto abbigliamento di un addetto allo spegnimento incendi che, per quanto con le alte temperature ambientali possa essere difficile sopportare, salva davvero la vita, ...  mi ha salvato la vita!
Senza il casco e la visiera non sarei uscito vivo da quella condizione, le ustioni al viso e, soprattutto, agli occhi sarebbero state fatali, non mi avrebbero permesso alcuna fuga!
E dire che chi ha recuperato il flabello che mi portavo dietro e che ho abbandonato in quello slargo, prima della corsa alla salvezza, mi ha riferito che al tocco i tessuti che utilizziamo per lo spegnimento, si frantumavano, simili ai corpi di quelle mummie nei film horror.

Il mio invito è, perciò, quello a non sottovaluatere mai ciò che ci può salvare, soprattutto dall’imprevisto e nell’imprevisto. Ricordando sempre che noi, a differenza dei vigili del fuoco, combattiamo il fuoco in movimento e, purtroppo, nel movimento l’imprevisto è ancora più presente, più in aguato.
Vogliamoci bene, utilizzando queste semplici attenzioni verso noi stessi!
La salute e la nostra incolumità sono la ricchezza più grande.





Notizie correlate:

Castiglione, ancora roghi su terreni Parco dell'Etna. Forestale rimane ustionato, bruciano pure castagneti. La nota del responsabile del Blog, Michele Mogavero


Un operaio forestale, Nino Lomonaco, nell’adempimento del proprio dovere, è rimasto ustionato combattendo la quotidiano battaglia contro le fiamme che bruciavano i nostri boschi

Il collega Nino Lomonaco, finalmente fuori dall'ospedale! E' stato ricoverato per 24 interminabili giorni. Era rimasto gravemente ustionato in un incendio

Tra le fiamme. Il racconto di chi ha rischiato la vita


Il Commissario Crimi: mi piacerebbe che la nota-resoconto di Antonino Lomonaco, venisse letta da quei soggetti "tuttologi" e persino da qualche saccentone appartenente ai vertici istituzionali incompetente in materia





1 commento:

  1. Premetto che ho massimo rispetto per la tua testimonianza, mi auguro anche che tante ""disavventure"" possano essere sempre raccontate dai diretti interessati... come è successo a te, fortunatamente.

    Posso dirti, purtroppo, che tutto finisce qui, passata l'emergenza incendi con l'arrivo delle prime piogge, TUTTO SARÀ DIMENTICATO, come sempre accade ogni anno, sarà dimenticata la devastazione che è successa quest'anno, saranno dimenticati tutti i buoni propositi, sarà buttata alle ortiche la lezione ricevuta,... sono già stati dimenticati i morti..., figuriamoci i vivi, insomma nulla è successo... normale amministrazione.

    Giuseppe Spagnuolo.

    RispondiElimina

Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.