31 ottobre 2016

REGIONE, INCARICHI E CONSULENZE ESTERNE SISTEMA DI ILLEGALITÀ DIFFUSA


di SALVATORE PARLAGRECO   
Il ricorso alle consulenze esterne è uno degli strumenti che la politica utilizza per ricambiare la attenzioni che ottiene, allargare la clientela, ricompensare chi ha speso tanto, o regalare una nicchia a chi ne ha bisogno. La Regione siciliana è uno dei luoghi deputati al riconoscimento dei favori ricevuti, attraverso il prezioso strumento della consulenza esterna, che viene concessa anche al massimo livello.
Questa pratica non è stata mai osteggiata come tale, ma sono stati messi alla gogna, di volta in volta, personaggi chiamati a sostenere funzioni e compiti nella pubblica amministrazione. Siccome non si pone la questione, ma i singoli casi, c’è il sospetto, non sempre fuori luogo, che si tratti di attacchi ad personam.
La Regione siciliana può contare su una platea di dirigenti, di primo o secondo livello, molto nutrita, ma a causa di una lunga pausa nei reclutamenti di personale specializzato (e non) – per esempio avvocati, manager, commercialisti ecc – il bisogno di consulenze esterne e di incarichi esterni in posti apicali, è apparso giustificato. Evidentemente, non lo è mai stato. Ammesso che non ci fossero professionalità di cui si aveva bisogno, le figure professionali possono essere formate quando e come si vuole.
Vladimiro Zagrebelsky ritiene che le consulenze esterne costituiscano una pratica di illegalità diffusa. “Nel ricorso alle consulenze esterne, scrive Zagrebelsky in un editoriale pubblicato da La Stampa, c’è il sospetto strumento di favoritismi, ruberie, finanziamento degli sponsor politici”.
La regolaerità con cui si nominano consulenti esterni all’amministrazione pubblica, sospetta Zagrebeksky, “può significare che al suo interno non vi sono professionalità adeguate, il che sarebbe gravissimo e chiamerebbe in causa la catena gerarchica fino ai governi che hanno tollerato tale degrado. Oppure che – quando non sia necessaria una specifica eccezionale specializzazione – il consulente è un amico, un amico di chi può. In entrambi i casi, conclude Zagrebelsky, si mette in discussione la struttura essenziale della pubblica amministrazione e dello Stato”.
Per cambiare strada occorre che nei governi e nelle assemblee legislative, nei partiti e nei luoghi decisionali, si ponga al centro la questione, disincentivando la pratica delle consulenze, invece che sbattere il mostro di turno in prima pagina o al centro del dibatito parlamentare. Se ciò non è avvenuto, una ragione c’è: nessuna delle parti in causa vuole privarsi di uno strumento che considera assai utile.
Eppure, farebbe risparmiare un sacco di quattrini.

31 Ottobre 2016
http://www.siciliainformazioni.com/sparlagreco/452190/regione-incarichi-consulenze-esternesistema-illegalita-diffusa






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