24 maggio 2018

GLI SCENARI. LIBERI TUTTI, C'È LA TERZA REPUBBLICA. QUALCOSA SI MUOVE ANCHE IN SICILIA


Dal sito livesicilia.it

di Salvo Toscano
Si va alle amministrative con i vecchi schemi di centrodestra e centrosinistra, ma non mancano significative eccezioni.

PALERMO -  E adesso, con un premier incaricato e un governo pronto a nascere, il liberi tutti della Seconda repubblica può finalmente scattare. Anche se non sarà immediato, anche se servirà del tempo, ma è difficile immaginare che gli schemi dell'ultimo ventennio resisteranno all'onda d'urto del governo 5 Stelle-Lega. Giorgia Meloni canta il requiem per il vecchio centrodestra rinnegando Matteo Salvini. Che a sua volta ha rinnegato il centrodestra che fu, spiegando che il nuovo bipolarismo è quello che contrappone il popolo alle élite. Insomma, tutto sta cambiando molto rapidamente e il battesimo del governo giallo-verde potrà dare la stura a una attesa rivoluzione del quadro politico.

In Sicilia, come altrove, si guarda a Roma. E ci si prepara al voto delle imminenti amministrative ancora con i vecchi schemi. In campo nelle sfide delle città ci sono ancora il centrodestra, il centrosinistra e il Movimento 5 stelle. Seppur con significative eccezioni. Perché i primi segnali di rimescolamento e di superamento dei vecchi schemi non mancano.

Prendete la Lega, ad esempio. A Catania e Messina ha chiuso l'accordo con il centrodestra e sostiene Salvo Pogliese e Placido Bramanti. Ma altrove va da sola, contro il candidato del centrodestra. Accade a Siracusa con Francesco Midolo per il Carroccio e Paolo Ezechia Reale per il resto del centrodestra, tranne Fabio Granata di Diventerà Bellissima, con la sua candidatura civica. Accade anche a Trapani, con Bartolo Giglio, e a Licata con Annalisa Tardino, ad Acireale con Giusi Brischetto. Tutti candidati dalla Lega in solitaria, tutti capaci di sottrarre voti, che potrebbero risultare pesantissimi, agli alleati. Prove tecniche di sfaldamento di coalizione? Certo è presto per dirlo. Ma i rimescolamenti ci sono. Ad esempio quei pezzi di centrosinistra che puntano su candidati di centrodestra. Ad Acireale, il gruppo vicino a Luca Sammartino, il renziano recordman di preferenze del Pd, sostiene il candidato di centrodestra Michele Di Re. Proprio come fanno gli amici di Nicola D'Agostino, capogruppo di Sicilia Futura, a Catania, al seguito di Salvo Pogliese. È il famoso abbraccio tra riformisti e moderati teorizzato anche – in prospettiva – da Davide Faraone col suo “nuovo campo”? O si tratta piuttosto di faccende squisitamente locali? La verità sembra stare nel mezzo. Proprio come nel mezzo si ritrovano pezzi di sinistra e destra a Trapani, dove il dem Giacomo Tranchida ha attratto sulla sua candidatura diversi notabili provenienti dalle file del centrodestra, quasi un piccolo esperimento da partito della Nazione. Lì dove Paolo Savona, candidato dei dem un anno fa, ha sentenziato che il Pd è morto in quell'abbraccio. Punti di vista, certo. 

In generale, un certo caos in casa Pd si avverte eccome. Basti pensare al caso di Siracusa, dove il partito si è spaccato su due candidature, quella di area renziana di Francesco Italia e quella di Fabio Moschella. Entrambi sperano di strappare un biglietto per sfidare Reale a secondo turno, se il centrodestra non la spunterà al primo. Tanta confusione sotto il cielo, insomma, in questa stagione di transito verso quella che già chiamano Terza repubblica. “Fenomeni locali – commenta il segretario del Pd Fausto Raciti -. Non vedo le prove generali per nuovi soggetti politici e non vedo le amministrative come campo di prova”. È all'Ars che bisogna guardare per capire se e qualcosa si muova in questo senso. Al momento non si vedono all'orizzonte sovvertimenti nei gruppi. Ma dopo il voto, con un occhio a Roma, c'è da aspettarsi che qualcosa accada anche a Palazzo dei Normanni.
24 Maggio 2018

Fonte: livesicilia.it








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