Il rinnovo contrattuale degli operai forestali siciliani ha scatenato, purtroppo, ma come poteva essere prevedibile, una certa indignazione nei vari giornali nazionali, e “fior di giornalisti” si sono cimentati subito in quella “tiritera” delle ventunomila guardie forestali siciliane che affossano l’economia nazionale e che, più di ogni altra cosa, sarebbero inutili. “Fior di giornalisti” che, innanzitutto, non tengono conto che si tratta di operai forestali e non di guardie forestali! Operai, in gran parte, solo stagionali e, per cui, l’insieme delle loro giornate annuali corrisponde, infine, solo ad un terzo del loro numero effettivo, qualora si trattasse, interamente, di giornate di operai a tempo indeterminato, quindi settemila! Che la spesa, della regione siciliana, che compete a tali lavori, si equivale alla medesima spesa delle altre regioni nazionali, dove, questi lavori, vengono dati in appalti pubblici a ditte private. E che, infine, tale spesa riguarda lo 0,1% del bilancio regionale, bilancio che non trattiene le imposte dell’I.V.A. e delle tassazioni alle imprese che operano nell’isola, così come lo Statuto dell’autonomia siciliana prevederebbe e che, invece, nella nostra “fessa magnanimità” di siciliani, concediamo annualmente ad uno Stato che inizia, impropriamente, a Reggio Calabria, se non ancora più a nord. Certo, è anche vero che questo rinnovo, a ridosso delle elezioni regionali, non può che destare perplessità. Si tratta, tuttavia, di un rinnovo con un ritardo di quasi diciasette anni! Quindi di un tardivo rispetto della legge che attiene gli adeguamenti contrattuali dei lavoratori dipendenti. Nessun regalo, perciò, da parte del governo Crocetta, ma un atto dovuto! Tanto più che proprio gli anni di questo governo sono stati quelli di peggior gestione del settore, con tutte le conseguenze, ed i ritorni negativi, nella qualità del lavoro e nell’ autostima dei lavoratori stessi. Questi “giornalisti a metà” sbagliano valutazione (e non potrebbe essere diversamente dal momento che sono, appunto, “giornalisti solo a metà”) pensando che questo rinnovo contrattuale sia finalizzato ad una seduzione per le prossime elezioni. Gli esponenti di questo governo Crocetta, con quest’atto dovuto per legge, ma fatto all’ultimo istante, sanno bene che da queste elezioni usciranno malmessi, per cui non si tratta di un regalo in cerca di voti ma di un ennesimo giudizio negativo sul nostro settore, inteso come un “bubbone” da passare al prossimo governo regionale e non come una risorsa umana e professionale di tutto rispetto, che, per diversi motivi, andrebbe valorizzata piuttosto che avvilita con qualcosa che avrebbe potuto farsi, con la giusta calma, negli anni precedenti quando, invece, si pensava bene a ridurre le risorse e le giornate lavorative e si andava nelle arene televisive a dire che questo problema dei forestali lo si aveva ereditato e non creato! Noi non siamo una pessima eredità, siamo una eredità da curare e migliorare. Capace di dare molto di più rispetto a quel Tanto che già diamo. Questi errori di valutazione da parte di chi aveva il compito di amministrare il territorio siciliano, e la gente che vi abita, sono sintomatici della qualità politica, incapace di leggere le difficoltà dell’uno e dell’altra. Purtroppo, viviamo in una epoca oscura, in cui facilmente si usurpano dei ruoli a cui si aspira per vanità piuttosto che per un senso di comunità politica, la quale è, appunto, un senso di “cura”. E’ proprio in queste occasioni e con questi argomenti che si evidenzia la sufficienza dilettantesca di tali "professionisti" della penna, i quali scrivono delle enormità, la cui inesattezza non sarebbe difficile costatare: basta soltanto andarsi a documetare così come un medio professionista dell'informazione dovrebbe fare, appunto: per dovere dell'informazione! Per rispetto del proprio lavoro! Ma, evidentemente, questi scribacchini, immeritatamente ben pagati, non si pongono la questione del "dovere" alla buona informazione, semmai, rispondono bene al comando della lotta partitica nazionale e, al cenno dei loro "padroni", si scagliano contro, come ubbidienti cani da guardia. Purtroppo, però, a noi operai forestali siciliani queste illazioni, palesemente false, ci danneggiano parecchio. Danneggiano la nostra onorabilità, la serietà e l'importanza del nostro compito nella regione più a sud d'Italia, in un periodo in cui si evidenziano, in tutto il pianeta, i sintomi di cambiamenti climatici che l'indifferenza di un sistema economico, disumano ed innaturale, impone sempre più. Sistema economico basato sulla menzogna dell'illusione di un benessere fittizio, lucente da un lato e pieno di immondizie dall'altro. Atteggiamento del tutto confacente a queste forme di "disinformazione giornalistica" di cui, in fondo, è coerente propagine. Abbiamo bisogno di combattere questa disinformazione che ci mortifica, ne va delle nostre rivendicazioni presenti e future. E' sempre più importante spiegare all'opinione pubblica chi siamo e quale sia l'importanza del nostro lavoro, altrimenti verremmo sommersi dalla disapprovazione generale e, quindi, dall'impossibilità di ogni nostra pretesa di miglioramento. Tuttavia conosco personalmente l'ambiguità di questi "scribacchini", dalla doppia faccia e scivolosi come pesci, che rassicurano di riferire quel che si dice per poi manipolare il tutto in modo a loro confacente. Dovremmo sforzarci di trovare un nostro canale o un modo capace di dire al mondo intero, finalmente, la verità su di noi. E’ raccontando bene chi si “è”, che ci fa essere bene pubblico, ed è il raccontare male che ci fa perire. Credo sia proprio questa la questione principale che continua a riguardarci e che dovremmo risolvere prima di ogni altra nostra rivendicazione. E’ il modo in cui si viene presentati che ha il potere di farci aprire le porte oppure farcele chiudere in faccia. La nostra onorabilità ci precede. Dobbiamo essere degni di essa e difenderla più di ogni altra cosa!
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