01 luglio 2017

VI RACCONTIAMO PERCHÉ MEZZA SICILIA, IN QUESTE ORE, È IN FIAMME


Giuglio Ambrosetti 01-Luglio 2017

Racconta tutto un sindacalista della Forestale, Salvatore Centorbi, che sulla propria pagina facebook, con parole semplici, spiega che negli anni passati il territorio siciliano, nei mesi estivi, veniva presidiato dagli operai della Forestale. Mentre oggi è stato abbandonato per ‘risparmiare’. Ordini del Governo nazionale che ha scippato alla Regione anche i fondi per il servizio antincendio. Il ruolo di Baccei e dei partiti di Governo, PD in testa. Il ruolo dei Canadair e il pericolo diossine


Sono bastati tre giorni di caldo intenso per mandare a fuoco mezza Sicilia. Non soltanto le aree verdi, ma anche i dintorni dei centri abitati dove la competenza è dei Comuni.

Improvvisamente si è scoperto che l’Amministrazione regionale non solo ha avviato i lavoratori della Forestale il 15 giugno (e non il 15 aprile per effettuare le operazioni di prevenzione degli incendi), ma ha anche lasciato i mezzi antincendio privi di manutenzione.

In alcuni casi, i tanto vituperati operai della Forestale, hanno dovuto raggiungere le montagne in fiamme a piedi!

Perché l’aumento spaventoso degli incendi negli ultimi anni?

Una spiegazione preziosa – perché consente a tutti di capire quello che è successo negli ultimi anni e che continua a succedere in queste ore – la fornisce, sulla propria pagina facebook, Salvatore Centorbi, esponente del Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione.

“Mentre il cielo di casa mia da tre giorni continuamente e ininterrottamente sorvolato dai Canadair, penso a quello che ho ripetuto ogni anno e quindi con maggiore rabbia e determinazione lo rifarò anche quest’anno… Vorrei capire perché fino a quindici anni fa si reclutavano tutti i forestali, che venivano smistati, chi nell’antincendio, chi nella manutenzione e prevenzione incendio, viali parafuoco ecc…”.

“Si facevano 2 turni – racconta sempre Centorbi – mattina e pomeriggio, nelle giornate più calde come quelli di questi giorni si veniva sparpagliati lungo i confini del bosco in servizio di sorveglianza e presidio del territorio; si aveva con sé solo un ascia, in quanto all’occorrenza si tagliava un ramo verde e si spegnevano rapidamente gli eventuali focolai accesi…”.

“Il territorio – prosegue sempre Centorbi – era presidiato da operai dall’alba al tramonto, la notte era attentamente sorvegliato dai torrettisti e dal SAB (sigla che dovrebbe stare per Servizio Antincendio nei Boschi ndr), i danni annuali erano di gran lunga molto inferiori a quelli che si stanno registrando in questi ultimi anni”.

“Ora – conclude Centorbi – mi chiedo: erano molto più luminari i dirigenti e la politica di allora, o più semplicemente oggi, nella ‘stanza dei bottoni’ abbiamo degli inconcludenti incompetenti? E mi fermo qui”.

Noi invece andiamo avanti. Quello che nessuno dice è perché si è arrivati a questo punto.

La spiegazione va rintracciata nei tagli alla prevenzione degli incendi nei boschi. Su questo fronte una risposta la dovrebbe fornire l’assessore-commissario della Regione siciliana nominato dal Governo Renzi, Alessandro Baccei. 

E’ Baccei che, da qualche anno, tiene in Sicilia i ‘cordoni della borsa’. Tutte le decisioni di Baccei sono politiche e contabili: e sono state tutte avallate dai partiti che appoggiano questo Governo regionale, PD in testa.

E’ Baccei, per conto del Governo nazionale, che ha deciso di effettuare tagli pesantissimi al Bilancio della Regione. E’ a causa dai soldi della Regione finiti a Roma – e, quindi, non più disponibili per la Sicilia – che sono stati effettuati tagli anche al servizio antincendio

Quindi una risposta sul perché – soprattutto negli ultimi anni – si ‘risparmia’ anche sulla prevenzione degli incendi – la debbono fornire, insieme con Baccei, i vari Raciti, Cracolici, Marziano, Panepinto, Cardinale, D’Alia, Ardizzone.

Sono questi politici del PD siciliano e, in generale, dei partiti di centrosinistra che hanno avallato in silenzio – e in alcuni casi approvato in Assemblea regionale siciliana – i tagli alla prevenzione degli incendi disposti da Baccei.

I Siciliani – che hanno già dato una prima risposta a questi signori della vecchia politica siciliana alle recenti elezioni comunali – è bene che se ne ricordino a novembre, quando verranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale siciliana.

In questa storia non possiamo non notare la scelta irrazionale del Governo nazionale: prima del Governo Renzi e, adesso, del Governo Baccei.

Cosa scrive Centorbi, da tre giorni nei cieli della Sicilia i Canadair la fanno da padroni.

I Canadair sono aerei anfibi concepiti per la lotta agli incendi. Far operare un Canadair costa, in media, 14 mila euro l’ora. Da tre giorni i cieli della Sicilia sono pieni di Canadair. Quanto sta vendo a costare allo Stato l’impiego di questi aerei anfibi?

Riassumiamo.

Lo Stato, per ‘risparmiare’, taglia alla Regione siciliana i fondi anche i fondi per le attività antincendio.

Dopo di che lo stesso Stato paga una barca di soldi per fare spegnere gli incendi della Sicilia dai Canadair.

Dobbiamo supporre che nel dare e avere lo Stato ci guadagni: e cioè che i soldi che lo Stato scippa alla Regione Sicilia in materia di prevenzione degli incendi siano di più dei fondi che spende per fare spegnere dai Canadair gli incendi che si sviluppano nella nostra Isola. Se così non fosse saremmo davanti a un Governo nazionale demenziale.

Non è che tutta questa manfrina è stata messa in piedi per far volare i Canadair? La nostra è solo una domanda.

In ogni caso, chi ci perde, in questa vicenda, sono i Siciliani.

La Sicilia perde ettari ed ettari di superficie boscata.

Per non parlare degli incendi che colpiscono, con sempre maggiore frequenza, le aree vicine ai centri abitati, seminando il panico tra la gente e mettendo a repentaglio l’incolumità delle stesse persone.

Sarebbe interessante capire dove i Canadair si riforniscono di acqua. La speranza è che non carichino acqua di mare, perché gli effetti – in presenza del binomio plastica-acqua di mare – potrebbero essere gravi per la salute pubblica (come potete leggere qui).

P.S. 

Avviso ai lettori: se vedete aerei che caricano acqua in mare avvertiteci.

Fonte: www.inuovivespri.it






10 commenti:

  1. Avviso agli elettori:se vedete economisti che caricano voti,non votateli.aldorizza

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  2. Le scelte irrazionali poi si pagano, e purtroppo le pagano tutti.

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  3. Ma certo che i canadair caricano acqua in mare, io li ho visti centinaia di volte

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  6. Scusa, Messina sta bruciando da 3 giorni e dove pensi che i Canadair prendono l'acqua? Solo nello Stretto la possino prendere. Mi auguro che tutti i Siciliani ci si renda conto, che politicamnete siamo nelle mani di NESSUNO, e che é l'ora di CAMBIARE. Non ci facciamo irretire dagli Amici degli Amici, quelli ci hanno sempre fregatoper i loro interessi personali. Pensiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti che senza cambiamento non avranno futuro. C A M B I A M E N T O

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  7. Tutte cavolateeeee. ....gli incendi non si innescono da soli e in punti distanti fra loro. .per di più tutti in una settimana. Non diciamo cavolate. Questa è pura criminalità da ergastolo. ..spero che la giustizia faccia presto a trovare i colpevoli ( CHE GIÀ SI PRESUME)

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  8. Oste, come è il vino? È moralmente inconcepibile sostenere ancora che 21000 forestali siano una spesa sostenibile dalla Regione e dallo Stato Italiano. Affermare o anche solo presumere che ci sia la mafia dei Canadair (che servono tutta Italia non solo la Sicilia) vuole dire dimenticarsi che quegli stessi 20mila sono stati usati come bacino di voti per anni e gli stessi operai si sono prestati a questo gioco politico, accettando di essere usati politicamente e accettando che si creasse un ammortizzatore sociale a cui prima o poi si doveva dare un taglio.
    Ora il taglio è arrivato ed è probabile che questa sia una vendetta di chi è stato tagliato.
    Sostenere oltretutto che la plastica nell'acqua di mare bruciata sia dannosa perché sviluppa diossina, data la condizione dei rifiuti presenti sulle nostre colline, e il numero di cassonetti bruciati nell'arco dell'anno a Messina ha del paradossale.
    Ridicoli

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