12 aprile 2016

IL TEMPO DI MORIRE (CONTRO CENERE E FANGO- 2)


IL TEMPO DI MORIRE (contro cenere e fango- 2)


di Aldo Rizza
-“ l'intervento forestale deve puntare alla esaltazione di un ruolo nuovo e qualificante degli addetti, quali produttori di beni e di servizi, contro ogni logica assistenziale e di spreco; la qualificazione dell'intervento forestale deve essere accompagnata dal potenziamento del servizio di prevenzione e spegnimento degli incendi, quale strumento che assicuri una reale salvaguardia del patrimonio boschivo ed un migliore rapporto uomo-natura; l'occasione dell'approntamento dei piani di settore (che definiscono le linee di tutela, valorizzazione e sviluppo del settore) di cui alla vigente legislazione deve essere rapidamente colta per convogliare in un unico strumento di intervento le disponibilità finanziarie derivanti da leggi regionali, nazionali e comunitarie, nonché dal bilancio ordinario della regione. Tutto ciò costituisce la condizione essenziale per il perseguimento di una politica del lavoro volta a consolidare i livelli occupazionali”-. Era la premessa al C.C.N.L. 8 aprile 1988.
Fin quando si intenderà per antincendio solo l’attività svolta nel periodo di massima pericolosità e che gli stessi addetti, appunto di pronto intervento, (era meglio SAB) saranno utilizzati solo nel tempo circoscritto in base a criteri probalistici, con la possibilità di non raggiungere le giornate garantite e penalizzati nell’ avviamento al lavoro con più qualifiche in quanto viene meno il criterio di precedenza della professionalità, oppure in alternativa, se va bene, con la certezza di svolgere mansioni affidategli, dequalificanti, che non aumentano il bagaglio professionale, allora l’organizzazione del lavoro non può essere né efficiente  e né efficace. Se efficienza vuol dire avere capacità di raggiungere un obiettivo senza spreco di risorse, per raggiungerlo bisogna che tali risorse siano considerate un capitale umano, efficace, produttivo, un mezzo più rispondente alla finalità, che è il bosco considerato come stock naturale da conservare e soggetto da valorizzare. Allora il funzionamento dell’organizzazione lavorativa può trarre efficienza dal coordinamento tra gli Enti competenti ed efficacia dal razionale impiego delle risorse umane. Se investire nella forestazione tramite una razionalizzazione e un contenimento della spesa nel settore significa smettere di destinare risorse all’assistenzialismo, ciò non può giustificare la mattanza a livello occupazionale e non deve lasciare nel contempo le maestranze a basso profilo professionale senza suscettibilità di miglioramento preclusi da ogni possibile garanzia a livello di quantità e qualità del lavoro. Se invece richiede un costo per cui la collettività si dovrà preoccupare di mettere una mano al portafoglio, come è normale che sia, ed una sulla coscienza, specie se trattasi di servizio pubblico essenziale, sarebbe bene che si cominciasse ad avere consapevolezza di quanto possa importare all’utente cittadino il sistema bosco,nella sua multifunzionalità, e di quanto la tutela di quest’ultimo sia meritevole di priorità alla stessa stregua della sanità, della scuola, del turismo, visto che la materia riguarda tutti gli esseri viventi, umani e non, che coinvolge la generazione presente e quella futura. La formazione e l’addestramento del personale costituisce la componente prioritaria per migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’intero sistema e un cambiamento organizzativo in tal senso è essenziale. Da cui i contenuti dell’attività lavorativa si rilevano dall’insieme dei compiti finalizzati al raggiungimento di un risultato. Dal compito si passa alla mansione e da questa, se arricchita di motivazione, alla prestazione che qualifica il lavoro e permette uno sviluppo e una consapevolezza della professionalità del lavoratore attribuitagli dalla responsabilità, il che valorizza il servizio offerto all’utente cittadino il quale ricevendo la giusta risposta darà maggior credibilità alla figura del forestale. L’attività AIB è connotata da una stagione per la gestione dell’emergenza (lotta attiva) ed una per la gestione del rischio (previsione, prevenzione selvicolturale e ripristino dei soprassuoli percorsi dal fuoco) Ebbene l’addetto alla lotta attiva svolge dei compiti non sempre prevedibili che comportano una certa difficoltà e che sovente non gli vengono riconosciuti. E’ stato informato, formato e addestrato per operare in squadre di intervento sul fronte fuoco in condizioni ambientali e con tipologie di incendi diversi in scenari operativi diversi sapendo leggere i fattori che condizionano l‘evoluzione dei fronti fiamma, stimando la possibile evoluzione dell’incendio, valutando tutte le possibilità di  attacco al fuoco e ad utilizzare la tattica più sicura ed idonea al raggiungimento dell’obiettivo assegnateli. Conosce le dinamiche relazionali interne alle squadre e sa coordinare e  dirigere il lavoro  di più persone con riguardo alla loro sicurezza. E’ in grado di rapportarsi e collaborare coi referenti operativi e di gestire con continuità le comunicazioni radio durante i sopralluoghi o negli eventi in atto. Questo,ed altro  per  cui il livello di conoscenze dovrà elevarsi. Cosi come sarà in grado di compilare le schede AIB/FN in dotazione ai fini statistici e di contabilità dei danni, dovrà altresì, essere in grado di assicurare la protezione del punto di innesco dell’incendio, favorendo lo svolgimento delle necessarie attività investigative del C.F.R. e successivamente anche nella coadiuvazione della  perimetrazione delle aree bruciate con l’uso del GPS. Per il restante periodo dell’anno dovrà operare in attività di selvicoltura  e sorveglianza con compiti connessi al monitoraggio del patrimonio forestale con particolare attenzione verso gli aspetti legati alla ricognizione delle aree percorse dal fuoco,alla predisposizione e manutenzione della viabilità forestale,dei punti acqua,della segnaletica ed  anche in attività formative ed informative.Squadre autonome rimodulate per periodi di non massima pericolosità secondo un piano predisposto che preveda giornate di informazione, attività preventiva di fuoco prescritto e di corsi che approfondiscano i seguenti punti: -selvicoltura preventiva;/tecnica del fuoco prescritto;/-perimetrazione delle aree percorse dal fuoco;/-conoscenza dei sistemi informativi di supporto alle decisioni;/-nozioni sull’origine d’innesco incendio/;nozioni di educazione ambientale. Dunque oltre all’esecuzione si aggiunge la completezza, l’autonomia e la responsabilità. Gli operai forestali, sulla base delle disposizioni di cui alla L.R. 16/96 svolgono l’attuazione degli interventi per la gestione ordinaria,di emergenza, di controllo e di messa in sicurezza del territorio, previsti nel PFR, nel PAIB e nel PAI e non potranno essere utilizzati per mansioni non previste o in contrasto col CCNL e con il CIRL che regolano la materia e che citano fra le attività previste, il controllo e la sorveglianza del patrimonio forestale regionale rientranti nelle mansioni dei suddetti operai. Pertanto rientra nella valutazione del datore di lavoro la possibilità di affidare ad alcuni operai alle proprie dipendenze tali mansioni da verificare con le Parti stipulanti la contrattazione collettiva del settore, come da nota a verbale dell’art.4 del CIRL dove tra i lavoratori dell’antincendio qualificati (2°liv.) si possono individuare figure che potrebbero entrare nel livello degli specializzati. In relazione alle esigenze funzionali proprie del servizio e relative al personale inserito in un’unica graduatoria ai sensi dell’art.47,il controllo e la sorveglianza del patrimonio forestale regionale è riservato al personale inquadrato nel profilo di “addetto alla salvaguardia di patrimoni silvo-pastorali”par.116-3° livello. Tale vigilanza del territorio,che non implica la necessità d’esser dotati di decreto del Prefetto, non deve costituire attività esclusiva per gli addetti, che devono comunque eseguire tutte le attività anti e post-incendio, dalla formazione specialistica  alla manutenzione delle strutture e infrastrutture, dalla prevenzione selvicolturale al pronto intervento sino alla ricostituzione delle aree incendiate. 

Ragusa, 11.04.2016 
Aldo Rizza








4 commenti:

  1. Quindi???
    Pensi che tutto questo tuo bellissimo discorso interessi a qualcuno alla Regione??

    Si, senza ombra di dubbio o smentita le cose sono esattamente come le hai descritte, hai sicuramente ragione...., ma della ragione(soltanto), cosa c'è ne facciamo??

    Risulta chiarissimo, che fino ad oggi, di tutte le Leggi, Contratti, Impegni, protocolli d'intesa e quant'altro...., i signori di palazzo dei normanni ci si sono pulito il ....

    Figurati tutti questi "distinguo" che hai elencato, quale interesse a chi di dovere possano destare, pensa addirittura che rivogliono indietro gli acconti degli arretrati che non ci hanno dato.
    Insomma, ragionare con la logica, alla Regione non è logico.

    Giuseppe Spagnuolo.

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  2. Ciò non mi impedisce di dire come la penso.ciao aldo rizza

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    1. Ma figurati, la mia è soltanto un'amara constatazione di fatto.
      Certo che sei libero di dire come la pensi...tra l'altro hai anche ragione, condivisa anche da me.

      Il problema è che tutto rimane solo "buoni propositi" e basta.

      Giuseppe Spagnuolo.

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  3. Come non essere d'accordo con te.Sarei un ingenuo.
    Mi ha fatto piacere la tua condivisione.
    L'importante è avere CONSAPEVOLEZZA.Ciao
    aldo rizza

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