31 ottobre 2015

GOVERNO E ASSEMBLEA REGIONALE NON SEMBRANO AVERE VOGLIA DI CAMBIARE REGISTRO, RIMANENDO NEL SOLCO DELL’ASSISTENZIALISMO, SEPPURE MASCHERATO CHE ALTRO È LA PERMANENZA IN SERVIZIO DEI FORESTALI ANTINCENDIO NELLA STAGIONE DELLE PIOGGE


Migranti, Roma chiede bonus Ue. Quanto spetterebbe alla Sicilia?   



Flessibilità, bonus, risorse, fine dell’austerity in un ambiente virtuoso: ciò che viene richiesto, e promesso, a Bruxelles dovrebbe andar bene anche per la Sicilia, ma il rapporto della Regione Siciliana con Roma resta invece controverso e legato agli umori politici, al braccio di ferro, al contenzioso.
Eppure basterebbe reclamare comportamenti coerenti: il governo nazionale ha chiesto, e prevedibilmente ottenuto, che l’Unione Europea riconoscesse all’Italia una corsia preferenziale sui percorsi di deroga alla legge di stabilità perché ha subito il maggior peso, insieme alla Grecia, dei migranti provenienti dalle aree di conflitto.
Ma è la Sicilia, nella Penisola, la regione che più di ogni altra ha accolto ed ospitato i profughi. Potrebbe, quindi, pretendere di essere trattata da Roma alla stessa stregua dell’Italia. E quindi un bonus sulla legge di stabilità, anticipazioni sulle risorse future e la corresponsione dei cespiti maturati.
Ci sono molti modi per venire incontro alla Sicilia disastrata dalla mancanza di liquidità, perché il trattamento riservato all’Isola è stato finora particolarmente penalizzante.
È vero che governo ed Assemblea regionale in Sicilia non sembrano avere voglia di cambiare registro, rimanendo nel solco dell’assistenzialismo, seppure mascherato (che altro è la permanenza in servizio dei forestali antincendio nella stagione delle piogge…), ma è altrettanto vero che la Regione siciliana viene penalizzata su molti “tavoli”.
Ci sono Regioni, come il Piemonte, in profondo rosso, su cui si stanno concentrando le maggiori attenzioni, perché la Consulta ha giudicato incostituzionale il suo bilancio. Ma il Piemonte non vive della Regione, c’è una realtà industriale, un artigianato ed un terziario avanzato che fanno girare l’economia. In Sicilia se si ferma la Regione si abbassano quasi tutte le saracinesche. Questa peculiarità, che non ha eguali in Italia, non viene presa in considerazione. E non si può certo affermare che si tratti di una realtà poco conosciuta.
Naturalmente occorre che la Sicilia dimostri di avere fatto i compiti a casa, la riforma amministrativa, la riforma delle partecipate, la riforma dei forestali, del precariato. Non c’è futuro con un bilancio sequestrato da spese fisse non produttive.

30 Ottobre 2015




Nota

Certi giornalisti quando mentono sapendo di mentire, dovrebbero essere cancellati dall'ordine.
Ignoranti, ecco cosa facciamo quando finisce la campagna antincendio.

Godetevi queste centinaia di immagini

Adesso dovete avere il coraggio di ammettere il torto.
Ma quanto guadagnate sparando minchiate?






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