29 dicembre 2014

LA SITUAZIONE È DIFFICILE E LA LEGGE DI STABILITÀ CHE SARÀ DEFINITA NEL PROSSIMO MESE DI GENNAIO DOVRÀ PREVEDERE CONSISTENTI TAGLI DI SPESA. IN ESSA DOVRANNO ESSERE INSERITI I FORESTALI, GLI ENTI LOCALI, LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE


La Sicilia può fallire?

di Giovanni Pulvino



La Sicilia può fallire?


La Sicilia ha ancora quattro mesi di tempo per evitare il fallimento. Al termine dell’esercizio provvisorio vale a dire il primo maggio prossimo Palazzo d’Orleans non potrà più erogare i trasferimenti agli enti locali, pagare gli interessi e il rimborso sui mutui, corrispondere gli stipendi ai dipendenti compresi quelli delle società partecipate. Il buco accertato è per il 2015 di oltre 2,5 miliardi di euro. Secondo l’assessore al Bilancio Alessandro Baccei due sono le cause dell’indebitamento: la prima è che le entrate di previsione sono maggiori di quelle accertate; la seconda è costituita  dalle anticipazione sulla spesa comunitaria.
Il punto è che da almeno un decennio la Sicilia è sull’orlo del default. La pratica di contabilizzare residui attivi che non saranno mai riscossi ha creato una voragine nei conti che è difficile da risanare. Questa del resto è un’abitudine di molti enti locali, non solo meridionali. Si contabilizzano crediti che non saranno mai incassati ma intanto si spendono. Un buon amministratore non dovrebbe mai impegnare risorse che non è certo di avere tra le sue disponibilità.
La Giunta regionale di fronte al taglio delle entrate ed al deficit di bilancio per pagare le spese fisse ha dovuto azzerare i fondi di riserva e diminuire quello a garanzia dei residui attivi. La situazione è difficile e la legge di stabilità che sarà definita nel prossimo mese di gennaio dovrà prevedere consistenti tagli di spesa. In essa dovranno essere inseriti interventi strutturali che riguarderanno la funzione pubblica, l’agricoltura, i forestali, gli enti locali, le attività produttive. Un insieme di provvedimenti “per armonizzare la Sicilia allo Stato, niente di eccezionale e di sconvolgente: ma la parola d’ordine è mettersi in regola” ha detto l’Assessore Baccei.
La Sicilia è la regione che spende di più per i suoi dipendenti: la spesa annua è di circa 575 milioni di euro. Ed è per questo motivo che la Giunta intende inserire nella legge di stabilità la riduzione della spesa per stipendi e pensioni regionali legandoli alle retribuzioni e alle indennità percepite dai dipendenti e dai pensionati dello Stato.
Il Governatore, riferendosi al primo anno della sua presidenza quando si trovò ad ereditare dalle precedenti amministrazioni un deficit di bilancio di 3 miliardi di euro, ha affermato: “Il peggio è alle nostre spalle”. Insomma la ‘rivoluzione’ continua ma il tempo rimasto per farla si è ridotto ed a questo punto non è certo che essa si possa realizzare.


28 Dicembre 2014
Tiscali Sicilia








Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.