24 ottobre 2014

LA CRIAS, IL LAVORO DEI FORESTALI E LO SCIACALLAGGIO POLITICO-MEDIATICO



Ricevo e pubblico


LA CRIAS, IL LAVORO DEI FORESTALI E LO SCIACALLAGGIO POLITICO-MEDIATICO



La Crias è la Cassa Regionale per il Credito alle Imprese Artigiane Siciliane. E’ stata istituita nel 1954 per rafforzare e sostenere la crescita delle imprese artigiane attraverso il credito. Con questo compito la Crias è considerata come protagonista del processo d’industrializzazione dell’economia siciliana. Si tratta soltanto di belle parole, che nascondono una realtà ben diversa. La Crias, infatti, è una specie di finanziaria che utilizza i soldi dei contribuenti siciliani per elargire prestiti agevolati a una categoria di piccoli imprenditori. Esiste da cinquant’anni e vorremmo proprio sapere quali risultati straordinari ha conseguito in questo mezzo secolo considerato che l’artigianato siciliano è perennemente in crisi. Per non parlare del tasso d’industrializzazione che in Sicilia è il più basso fra le regioni del Mediterraneo compresi i paesi della costa africana.
Se questi sono i risultati di cinquant’anni di attività, a cosa e a chi è servita allora la Crias?
Noi lavoratori forestali possiamo orgogliosamente affermare che in Sicilia esistono più boschi che industrie e che il patrimonio boschivo dell’Isola ha una ricchezza superiore al patrimonio industriale della regione.
Come sono utilizzati i lavoratori forestali e come sono spese le poche somme destinate alla forestazione, è facilmente visibile. Se ancora oggi Palermo è circondata dal bosco di Billiemi, dal bosco di Monte Cuccio, dai boschi di Capo Gallo e di Monte Pellegrino, dai boschi di Chiarandà e Valle Giorgia, dai boschi di Falcona e Bellolampo; se esistono ancora i boschi delle Madonie e dei Nebrodi si deve al lavoro degli operai forestali che lottano contro la desertificazione e per la salubrità dell’aria che la collettività respira; e vorremmo più boschi, più verde, più aria pulita e più aree naturali e meno scheletri di capannoni industriali e artigianali mai aperti, mai produttivi e però finanziati col credito agevolato!
Ma la Crias cosa ha fatto? Quanti prestiti ha concesso in questi cinquant’anni? Le imprese artigiane che uso ne hanno fatto? Quale ruolo svolge oggi l’imprenditoria artigiana nel contesto produttivo e occupazionale dell’Isola? Siamo certi che, indagando, non spunti fuori che spesso questi prestiti dati dalla Crias non siano serviti a tutto tranne che a potenziare e rendere competitivo l’artigianato siciliano?
Nessuno dei solerti politici di destra o di sinistra ha mai posto simili domande. Nessuno degli zelanti giornalisti ha mai redatto un articolo su questo tema.
E ancora: quanti sono i dipendenti della Crias? Chi sono? Quanto percepiscono? Siamo sicuri che non si tratti dell’ennesimo carrozzone che sarebbe bene chiudere in quanto inutile fonte di sprechi? 
Il periodo d’oro dell’artigianato siciliano è stato quando esistevano le Società di Mutuo Soccorso e le Casse degli artigiani, gestite direttamente dagli artigiani, finanziate dallo sforzo collettivo degli artigiani.
Ora i soliti noti del giornalismo siciliano, così bravi a sparare addosso ai lavoratori forestali, gridano allo scandalo e si stracciano le vesti perché il Presidente Crocetta ha deciso di utilizzare una parte del tesoretto della Crias per finanziare l’attività lavorativa degli operai forestali finalizzata alla manutenzione del patrimonio boschivo ancora esistente. Questa schiera di farisei è allungata oggi da alcuni politicanti che vanno blaterando che il Commissario dello Stato potrebbe impugnare la norma voluta dal governo. A differenza di questi ipocriti noi crediamo (e speriamo) che il Commissario dello Stato faccia, invece, un ragionamento diverso sulla base del principio della pubblica utilità e della funzione sociale delle risorse.
Il nostro punto di vista è il seguente. La Crias è stata rifinanziata nel giugno 2012 dalla Regione Siciliana con cinquanta milioni di euro da utilizzare nel periodo 2012-2015. Non si tratta di fondi europei, non sono fondi nazionali; sono fondi regionali, ossia soldi dei siciliani, stanziati da un governo siciliano. Il Governo della Regione Siciliana, dunque, ha tutto il diritto di riprendere quei soldi e appostarli in un’altra voce di bilancio che ritiene prioritaria sulla base dell’utilità pubblica e sociale. Del resto, in questi tre anni, cosa ha fatto la Crias? In questi cinquant’anni quanto ha avuto la Crias dalla Regione Siciliana? Quali magnifici risultati ha raggiunto nel processo d’industrializzazione dell’economia siciliana e nel rafforzamento dell’imprenditoria artigiana? Esiste un rapporto tra i soldi che la Crias ha divorato in questo mezzo secolo e i benefici che ha prodotto? Se andiamo a guardare all’economia dei paesi siciliani osserveremo che il reddito forestale tiene in piedi intere comunità e spesso costituisce l’unico reddito circolante. Non credo che l’economia di Giuliana o di San Mauro Castelverde si regga sull’industria e sull’artigianato finanziati dalla Crias; sappiamo però che se economia circola in questi centri è grazie al lavoro forestale, peraltro pagato tardi e male.
Basta con lo sciacallaggio sui lavoratori forestali e sul lavoro forestale. Signorini giornalisti e signorotti politici, smettetela di sciacallare dichiarando e scrivendo che si tolgono soldi alle imprese per fare un regalo ai lavoratori forestali. A quali imprese? Quali soldi? Solo in Italia, e in Sicilia, gli imprenditori sono bravi a fare impresa con i soldi pubblici dello Stato e della Regione; mentre la difesa del territorio e l’impianto e manutenzione del patrimonio boschivo è attività pubblica e non un regalo. Non mi pare che esisti una Crias di Stato in America mentre esiste, invece, un servizio forestale di Stato. E per quanto riguarda lo sciacallaggio sui venticinquemila lavoratori forestali: ne riparleremo presto, molto presto! Oh se ne riparleremo….
Michelangelo Ingrassia
Componente dell’Esecutivo Provinciale
Uila Uil Palermo






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