24 ottobre 2014

I «FORESTALI» SUL PIEDE DI GUERRA MUSSOMELI: SIT-IN DI PROTESTA DEI PRECARI PER OTTENERE LA COPERTURA DELLE GIORNATE LAVORATIVE



I «forestali» sul piede di guerra

Mussomeli: sit-in di protesta dei precari per ottenere la copertura delle giornate lavorative



I braccianti forestali del Vallone hanno protestato
 davanti al Municipio di Mussomeli 
Foto lasicilia.it


Mussomeli. Mentre dalla Regione giungono segnali rassicuranti circa la copertura dei fondi necessari a pagare le giornate lavorative dei forestali, martedì pomeriggio un centinaio di lavoratori proveniente dai vari paesi del Vallone e coordinato dal sindacalista della Cisl Antonino Lo Bello, ha inscenato un sit in di protesta davanti al Municipio, a partire dalle 16.30. Alle 18 c'è stato l'incontro nell'aula consiliare "Francesca Sorce" dove oltre ai lavoratori hanno preso parte sindaci ed assessori di vari comuni del Vallone.
L'incontro, durato un paio d'ore, s'è concluso con l'impegno degli amministratori di farsi portavoce presso la Regione delle istanze dei tanti lavoratori che rischiano di veder vanificato un mese del proprio lavoro.
Abbiamo raccolto le testimonianze dei forestali che erano molto arrabbiati. Calogero Lanzalaco: "A marzo è stato sottoscritto un impegno da parte del Governo regionale dopo la nostra manifestazione dell'11 marzo, col quale si garantivano le giornate 78, 101 e 150. Oggi siamo al 21 ottobre e viviamo nell'incertezza. Gli impegni sottoscritti vanno rispettati".
Enza Vaccaro ha aggiunto: "Noi chiediamo che vengano assicurate le nostre giornate lavorative, e i nostri amministratori comunali si devono fare carico di tali istanze".
Antonietta Piazza: "Il nostro sindaco si deve impegnare in prima persona perché mentre gli altri sindaci sono tutti presenti quando scioperiamo, Mussomeli non si vede mai. Se non ci fanno completare i turni, noi porteremo le nostre bollette al Comune. Che paghino loro le nostre tasse".
Giuseppe Genco: "Di sicuro la Tari e la Tasi non potremmo pagarle se non completiamo le nostre giornate lavorative".
Totuccio Messina: "L'anno prossimo si andrà al voto e noi abbiamo già deciso di non votare. Siamo pronti a restituire le tessere elettorali. Avanziamo arretrati da giugno. Ci servono i soldi perché senza quelli non riusciamo a campare".
Calogero Caruso: "A me debbono due mesi di arretrati, ad altri anche di più. Noi siamo in mezzo ad una strada e non sappiamo cosa fare. Siamo abbandonati a noi stessi".
Mario Nolano: "I tagli come sempre riguardano le fasce più deboli. Chiediamo al sindaco che si prenda l'impegno per farci fare le nostre giornate lavorative, altrimenti nessuno di noi andrà a votare".
Mario Morreale: "Chiediamo al presidente della Regione che ci garantisca il diritto al lavoro e che ci liquidino gli arretrati che avanziamo".
Il segretario della Cisl Lo Bello conclude: "C'è qua una fascia debole che paga sempre per gli sprechi che invece altrove si moltiplicano. Una disparità sociale ed economica scandalosa tra chi guadagna lo stretto necessario per vivere ed a volte neppure quello, e chi invece percepisce stipendi da nababbi. Questi lavoratori rischiano oggi di vedersi pure privare di un mese di lavoro il che, se così malauguratamente dovesse essere, oltre a tradursi in una perdita secca per tante famiglie che si ritroverebbero con seri problemi di liquidità, provocherebbe anche un'ulteriore contrazione nell'indotto economico. Meno soldi ci sono in circolazione, meno si spende e tutta la nostra economia ne risente. Non si possono tagliare giornate di lavoro ai forestali".
Roberto Mistretta


23 Ottobre 2014




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