05 settembre 2014

L'APPELLO. NUOVA MOSSA DEL COMITATO SORTO A DIFESA DELLO SPIAGGIONE CONTRO LE CONCESSIONI. DEPUTATI, SALVATE RANDELLO. CHIESTE AZIONI ISPETTIVE URGENTI A L'ACCERTAMENTO DI RESPONSABILITA' DA PARTE DELLA FORESTALE


L'appello. Nuova mossa del comitato sorto a difesa dello «spiaggione» contro le concessioni

«Deputati, salvate Randello»

Chieste azioni ispettive urgenti e l'accertamento di responsabilità da parte della forestale


Foto lasicilia.it


Alessia Cataudella
Azioni ispettive urgenti per verificare lo stato dei fatti ed eventuali responsabilità della forestale in relazione all'ormai noto "affaire Randello". Le invoca il comitato Randello Libera, che si rivolge alla deputazione regionale per trovare il bandolo della matassa e dipanare una questione che appare ancora destinata a rimanere aggrovigliata. Ombrelloni e sdraio al servizio di un resort della zona. E pure - come appare dal carteggio in mano agli ambientalisti - altri servizi collaterali. Se i privati, carte alla mano, assicurano che le autorizzazioni ci sono tutte, gli attivisti vogliono vederci chiaro e capire se dagli enti chiamati in causa non ci si sia mossi con eccessiva "disinvoltura" per sciorinare i vari "ok".
Al tal proposito, Randello Libera si rivolge agli onorevoli iblei Vanessa Ferreri, Pippo Digiacomo, Nello Dipasquale, Giorgio Assenza e Orazio Ragusa. Ma anche ai portavoce Ars pentastellati Valentina Zaffarana, Giancarlo Cancelleri e Giampiero Trizzino. Il comitato porta all'attenzione dei rappresentanti istituzionali i fatti pubblicamente rappresentati nel documento "Un passo oltre il cancello", (primo dei quattro capitoli dell'annunciato dossier) riguardante la presunta commistione di interessi pubblici e privati determinatasi all'interno dell'area forestale, fatti che "sono - come scrivono gli attivisti - di una gravità estrema e devono allarmare, in particolar modo, i nostri rappresentanti istituzionali presso la Regione Siciliana".
"La deputazione regionale - scrive il comitato - non può non interrogarsi sul ruolo svolto dal Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e dall'Ust di Ragusa in tutta questa vicenda". Sulla pagina Facebook di Fare Verde si legge tra le righe che a Randello "nei viali interni c'è un via vai di auto private e motorette elettriche, dietro le dune un camion frigo che staziona con il suo gruppo elettrogeno".
Denuncia già messa nero su bianco nel dossier di cui si è detto e che gli attivisti, ora, richiamano nel loro appello ai deputati: "Non rientra nei compiti istituzionali della forestale quello di promuovere il turismo, se non in senso lato. Né, tantomeno, facilitare l'attività economica di un privato "mettendo a rischio l'integrità del bene che si gestisce".
Ancora, secondo il comitato "i vantaggi economici per l'imprenditore sarebbero evidentissimi, sia nell'immediato che nella prospettiva, mentre non si capisce quale sia di contro il beneficio per la collettività". Per chi cerca ancora la verità tra le carte "le pesanti servitù a cui il bene pubblico viene assoggettato sono rilevanti e destinate a durare nel tempo; l'unica contropartita che si riscontra a favore dell'ente - sottolineano da Randello Libera - a fronte di tutto ciò, è data dal canone (di cui non si conosce l'ammontare) versato per la concessione onerosa dei 200 mq".
Il comitato, in conclusione, annuncia il suo proposito di rendere edotta circa i medesimi fatti la Corte dei Conti.

04 Settembre 2014











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