16 luglio 2014

LA DIGNITA' DEI FORESTALI








«La dignità dei forestali»
La totale incertezza che ci accompagna in questi giorni, mi spinge a scrivere ad una rubrica che ho sempre sentito vicina ai cittadini-lettori per fare alcune riflessioni a voce alta e per lanciare un grido di allarme che mi accomuna a tanti miei colleghi. Sono un lavoratore forestale del settore antincendio boschivo che svolge il servizio nel periodo estivo nella repressione degli incendi. Svolgo il mio lavoro, nel settore, da più di vent'anni e mai avevo assistito ad una stagione così incerta dal punto occupazionale e organizzativo, avviamenti in ritardo, visite mediche a rilento etc. Non abbiamo certezza di quante giornate effettueremo, non sappiamo come sarà organizzato il nostro lavoro e ancora oggi 8 luglio non siamo a regime di uomini e mezzi.
Abbiamo assistito con sconcerto ad innumerevoli roghi che hanno distrutto ettari ed ettari di vegetazione, provocando danni economici e ambientali incalcolabili e non mi sento di restare impassibile di fronte a questo scempio. È oramai risaputo che la quasi totalità dei roghi è di origine dolosa o colposa, l'autocombustione è alquanto improbabile! Quindi che ci sia o meno una strategia comune al verificarsi degli incendi, bisogna agire subito per far si che si blocchi. Molte volte questi roghi sono stati associati, dai media, a operatori forestali antincendio, che non si capisce per quale oscura ragione dovrebbero avere interesse ad appiccare fuochi (visto che il nostro lavoro è garantito per legge e non è in alcun modo correlato al verificarsi di incendi). Il mio è un appello a evitare di fare di tutta l'erba un fascio perché gli stupidi esistono in qualsiasi fascia sociale e di solito nella vita si occupano delle più svariate attività. Ricordo che un grande tributo di vite umane è stato versato negli anni anche dagli operatori del servizio antincendio della forestale, che con grande spirito di abnegazione erano impegnati a fronteggiare roghi appiccati dal cretino di turno.
Faccio appello: 
1. ai responsabili del servizio antincendio della regione siciliana affinché ci mettano in condizione di essere pienamente operativi con uomini e mezzi; 
2. al Governo regionale affinché programmi per tempo le attività di prevenzione e repressione degli incendi boschivi e le attività di manutenzione; 
3. ai media affinché facciano inchieste serie e veritiere sul nostro operato. 
Non chiediamo "un occhio di riguardo" ma neanche "luoghi comuni"; 
l'Opinione pubblica tende sempre a paragonare il numero di operatori in Sicilia con il numero di operatori in Lombardia o in Valle D'Aosta o addirittura in Canada senza fare minimamente riferimento al fatto che da noi abbiamo un clima completamente diverso che favorisce la strategia di menti perverse e di interessi che sicuramente non possono essere cercati tra gli operatori del settore.
La strategia criminale che in questi giorni sta devastando la nostra Sicilia va fronteggiata con ogni mezzo, creando le condizioni, affinché chiunque e per qualsiasi ragione si permette di mettere a repentaglio il nostro patrimonio naturalistico, oltre che la vita umana, sia punito dalla legge con pene ancora più severe di quelle attualmente in vigore.
Ci sentiamo abbandonati nell'incertezza più assoluta, ci sembra che non ci sia la volontà di programmare interventi strutturati e ciclici per la salvaguardia del nostro patrimonio boschivo, sia per quanto riguarda la manutenzione sia per quanto riguarda la prevenzione e la repressione degli incendi. Ci sembra che veniamo trattati come dei "privilegiati" che non debbono lamentarsi di nulla. Purtroppo non è così, percepiamo la nostra paga quasi sempre con grande ritardo, svolgiamo un lavoro rischioso con spirito di abnegazione e con la consapevolezza di quanta utilità questo abbia, ci sentiamo umiliati ad essere trattati come "assistiti". È giunta l'ora di dire con chiarezza se si crede in un settore che può rappresentare un'opportunità per la Sicilia sia dal punto di vista della salvaguardia che dal punto di vista del turismo e dell'ambiente o se si intende dismettere un settore strategico trovando "una scusa" di risparmio e lasciando il territorio in balia del dissesto idrogeologico e della desertificazione. Gli operai forestali non ce la fanno più di sentirsi umiliati in questa maniera e forse tanti a vari livelli devono indossare una veste di umiltà, rimboccarsi le maniche e far si che possiamo andare avanti con più serenità e con più efficienza ricordando che il lavoro non e' carita' ma e' dignita'.
Lettera firmata








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