30 giugno 2014

ARS: CORTE DEI CONTI, SANITA', INCENDI, MANOVRA FINANZIARIA: SI ACCENDE LO SCONTRO IN SICILIA. C'E' ANCHE LA GESTIONE DISSENNATA DELL'AZIENDA FORESTE DEMANIALI E DEL CORPO FORESTALE


Ars: Corte dei Conti, sanità, incendi, manovra finanziaria: si accende lo scontro in Sicilia




SI APRE OGGI UNA SETTIMANA POLITICA ‘ELETTRICA’. ATTESA PER LA ‘PARIFICA’ DEL BILANCIO DA PARTE DELLA MAGISTRATURA CONTABILE. LE DISCUSSE NOMINE DEI MANAGER DELLE AZIENDE SANITARIE E OSPEDALIERE DELL’ISOLA. SEMPRE PIU’ DIFFICILI I RAPPORTI, NEL PD, TRA I RENZIANI (CHE ORMAI CONTROLLANO IL GOVERNO CROCETTA) E I CUPERLIANI

Si apre oggi per la politica siciliana una settimana piena di incognite. Il primo punto interrogativo è rappresentato dalla Corte dei Conti, che si dovrà esprimere sul Bilancio della Regione.
Come scriviamo già da giorni, la ‘parifica’ del Bilancio 2013 dovrebbe arrivare. Non che i conti economici della Regione meritino la ‘promozione’. Ma non dovrebbe essere la magistratura contabile a mandare a casa Governo e Ars e, quindi, a interrompere questa vuota legislatura.crocetta ars
Un altro motivo per il quale la ‘parifica’ dovrebbe arrivare è legata agli interessi del Governo nazionale di Matteo Renzi, che può contare su un Governo acquiescente che accetta tutto, anche pesantissime penalizzazioni. A Renzi conviene avere in Sicilia un Governo di ‘ascari’. E dovrebbe fare di tutto per tenere in piedi Crocetta e la sua traballante Giunta.
Detto questo, la ‘parifica’ del Bilancio, quest’anno, si annuncia  a ‘lacrime e sangue’, perché l’analisi sui conti della Regione, questa volta, dovrebbe essere impietosa. Si attendono le ‘verità’ sul residui attivi (cioè sui crediti fittizi che la Regione, in tutti questi anni, ha iscritto in Bilancio pur sapendo che queste entrate non si sarebbero mai concretizzate), sui rifiuti (l’indebitamento, in questo settore, dovrebbe essere ben al di là del miliardo e 300 milioni di euro di qualche anno fa), sull’acqua, sullo scandalo dell’informatizzazione (Sicilia e Servizi, ma anche le banche dati giuridiche costituite e poi abbandonate dopo aver formato il personale e dilapidato un sacco di soldi).
Si dovrebbe parlare anche dei fondi europei. Forse è arrivato il momento che la Corte dei Conti dica la verità: e cioè che, in tanti casi, questi soldi non si spendono non soltanto per demeriti della burocrazia regionale, ma anche perché il Governo nazionale non ne vuole sapere di tirare fuori il cofinanziamento, che dal 2007, per il 40 per cento in media, è a carico della Stato. In ogni caso, potrebbe essere l’occasione per fare il punto anche sul ‘buco nero’ del Piano di sviluppo rurale (Psr): 2,1 miliardi di euro stanziati per la Sicilia dei quali si sa poco o nulla.
La Corte dei Conti dovrebbe accendere i riflettori anche sulla sanità. Tanti i punti dolenti di questo settore: spesa farmaceutica tra le più alte d’Italia, forniture costose, proliferazione di dirigenti tecnici e amministrativi al posto dei dirigenti medici (tutto questo mentre il personale medico scarseggia).
Ma anche i costi eccessivi dei grandi nomi della sanità privata piombati in Sicilia in tutti questi anni con la scusa di migliorare la qualità del servizio sanità allo sfasciosanitario. Parliamo di Ismett, San Raffaele Giglio di Cefalù, Bambin Gesù, Rizzoli di Bologna, Maugeri. Potrebbe essere l’occasione per un corretto raffronto tra il costo – in certi casi eclatante – di queste grandi e blasonate strutture sanitarie private e la reale qualità del sevizio che offrono.
Anche il capitolo precari dovrebbe essere al centro della riflessione della magistratura contabile. Saranno numeri amari, perché il costo di questo personale, ormai, non è più sostenibile, anche alla luce dei continui scippi finanziari che Roma opera ogni anno ai danni del Bilancio regionale.
Un passaggio sarà di certo dedicato anche ai Comuni siciliani, quasi tutti in deficit. E a due riforme lasciate a metà: la riforma delle Province, che ha abolito solo gli organi elettivi, e l’istituzione di Consorzi di Comuni (che non sono affatto liberi come prevede lo Statuto siciliano) e delle Città-Aree metropolitane, che nessuno vuole.
La Corte dei Conti dovrebbe fare chiarezza anche sugli accantonamenti unilaterali operati da Roma ai danni della Sicilia. L’anno scorso la magistratura contabile fece chiarezza, indicando in 950 milioni di euro la cifra che il Governo nazionale aveva tolto dal Bilancio 2013 della Regione (e non 500 milioni di euro circa come si cercava di far credere).
Quest’anno lo scippo dovrebbe essere di un miliardo e 100 milioni di euro: ma i numeri precisi dovrebbe fornirli la magistratura contabile. Che dovrebbe anche far conoscere ai siciliani a che cosa la Regione siciliana avrebbe rinunciato in cambio di 550 milioni di euro che Roma restituirebbe per consentire al Governo di Rosario Crocetta di presentare la terza manovra finanziaria di quest’anno all’Ars.
In realtà, avrebbe dovuto essere lo stesso presidente Crocetta a comunicare ai siciliani a che cosa la Regione siciliana sta rinunciando per avere in cambio la restituzione di questi 550 milioni di euro. Ma poiché il corte dei conti 2Governo Crocetta rimane poco ‘trasparente’, ci si augura che almeno la magistratura contabile faccia chiarezza su quello che l’esecutivo regionale nasconde.
Atteso anche un passaggio della Corte dei Conti sulla legalità amministrativa che l’attuale Governo regionale ha messo sotto i piedi. Valga per tutti la mancata applicazione del Decreto legislativo n. 39 del 2013. Per non parlare della proliferazione dei dirigenti ‘esterni’ all’Amministrazione regionale. O del caso dell‘Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive trasformato, in meno di un anno, in un ‘carrozzone mangiasoldi’, dove a proliferare sono soprattutto gli incarichi conferiti agli esterni.
Non è da escludere che la Corte dei Conti si soffermi anche sullo scandalo dei falsi curricula, dei quali la Regione è piena: ovvero personaggi che fanno incetta di incarichi illegittimi che vengono considerati, in modo truffaldino, legittimi per fare curriculum e acciuffare altri incarichi. Una vergogna, tutta siciliana, che magistratura contabile, Tar e Cga farebbero bene a sbaraccare per ripristinare quella legalità amministrativa ormai scaduta, in alcuni casi, nel ridicolo.
Va da sé che dal giudizio della Corte dei Conti – e dalle prescrizioni che la magistratura contabile ‘comminerà’ – dipenderà l’attività amministrativa del Governo Crocetta e la stessa vita dell’Ars.
Il riferimento è alla manovra finanziaria – la terza di quest’anno in discussione a Sala d’Ercole (cosa mai accaduta in quasi settant’anni di Autonomia) – ma anche alle nomine ai vertici delle Aziende sanitarie provinciali, delle Aziende ospedaliere dei Policlinici universitari.
Il caso ha voluto che la relazione sulla ‘parifica’ del Bilancio, quest’anno, coincida con l’insediamento dei nuovi direttori generali della sanità pubblica siciliana prevista per domani mattina. E siccome non mancano i dubbi su possibili nomine illegittime, sarà interessante capire come si comporterà il Governo regionale. Farà chiarezza sulle eventuali illegittimità? Tirerà dritto, perché ‘coperto’ a Roma dal Governo Renzi?
In ogni caso, Governo e Ars non potranno non tenere conto delle indicazioni che arriveranno dalla magistratura contabile. E’ noto che, la scorsa settimana, il Governo Crocetta avrebbe voluto avviare la discussione a Sala d’Ercole sulla terza finanziaria, dando per ‘scontata’ la ‘parifica’ del Bilancio 2013 da parte della Corte dei Conti. Atto di scortesia istituzionale per fortuna bloccato dalla presidenza dell’Ars.
Non mancano, poi, i problemi politici. Mezzo PD siciliano è in rivolta. Crocetta, che ormai guida un Governo regionale che non è altro che una sorta di ‘appendice’ del Governo Renzi, tiene fuori dalla Giunta tutta l’ala del Partito che fa capo a Cuperlo.
I cuperliani siciliani, dal canto loro, non sembrano molto interessati a uno ‘strapuntino’ in Giunta (Crocetta avrebbe offerto di dare il posto a un cuperliano nel Governo mettendo fuori l’assessore Mariarita Sgarlata, considerata ormai più grillina che crocettiana). I cuperliani, insomma, chiedono un cambio di passo del Governo, oggi egemonizzato dal senatore Giuseppe Lumia e dalla Confindustria siciliana di Antonello Montante.
Su questo punto lo scontro è durissimo. I cuperliani non mollano. E in aula, proprio sulla terza manovra finanziaria, daranno battaglia. La risposta di Lumia e Davide Faraone (il ‘capo’ dei renziani siciliani) non si è fatta attendere. Non è un caso che nella rimodulazione della rete ospedaliera operata dall’assessore Lucia Borsellino si configuri un attacco senza precedenti alla sanità ennese. In questa scelta non c’è nulla di ‘tecnico’, ma è solo il tentativo di Lumia e Faraone di colpire il leader del PD di Enna, Mirello Crisafulli.
E’ come se Faraone e Lumia stessero dicendo agli abitanti di Enna e dintorni: “Lo vedete, Crisafulli non conta più nulla e noi vi sbaracchiamo la sanità. Abbandonate Crisafulli e venite con noi”.
La mossa, almeno fino ad ora, non ha avuto seguito. Ma avrà un seguito a Sala d’Ercole, dove – soprattutto sulla terza manovra finanziaria – ci sarà battaglia.
Il fuoco, infine. Dovrebbe un argomento al centro del dibattito politico, dopo che i boschi di mezza Sicilia sono andati in fumo. Alla base di tutto c’è la gestione dissennata dell’Azienda Foreste Demaniali e del Corpo forestale. ma ci sono, soprattutto, gli errori amministrativi del Governo.
Il dubbio è che ci possano essere pesanti responsabilità, penali e contabili. Sotto questo profilo ha lasciato un po’ di stucco la dichiarazione di un’associazione ambientalista, che ha già ‘assolto’ assessori e alti burocrati. Soprattutto perché, contestualmente, il Governo ha ritirato una discussa circolare che avrebbe consentito la sanatoria – a certe condizioni – nelle aree vincolate.
A tanti osservatori le due cose – assoluzione di assessori e burocrati e contestuale ritiro della circolare – sono sembrate strane…

30 Giugno 2014
http://www.linksicilia.it/2014/06/ars-corte-dei-conti-sanita-incendi-manovra-finanziaria-si-accende-lo-scontro-in-sicilia/







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