31 dicembre 2013

ADDIO SOGNI DI GLORIA?



Abbiamo assistito in Commissione Bilancio la fine del comparto forestale. Gli assessori Lo Bello e Cartabellotta (non solo loro), erano soddisfatti per quanto approvato, la prima si vantava che il blocco del turn-over verrà confermato, il secondo invece sosteneva che gli addetti all'antincendio sono dei privilegiati. Congratulazioni! Ma l'Assessore Cartabellotta ne è a conoscenza che i lavoratori dell'antincendio al contrario di quelli dell'azienda non hanno mai avuto la possibilità di transitare nel contingente superiore?
Carissimi Assessori Lo Bello e Cartabellotta lo sappiamo anche noi che l'antincendio finisce il 15 ottobre di ogni anno, perchè non ci impegnate allora in altri compiti per come è stato fatto e promesso in questi ultimi anni?  Ma lo sapete che le leggi vigenti possono essere sempre integrate, modificate o abrogate?  Certo che lo sapete, solo che preferite la strada più breve, quella che non ha vie di uscite. LICENZIARE!
Carissimi colleghi, in questo momento è inutile piangere sul latte versato, bisogna impedire lo smantellamento del comparto forestale, non c'è più tempo da perdere.
Abbiamo perso il primo round (Antincendio e Azienda) perchè nessuno ci ha difesi, ma c'è ancora il secondo tempo tutto da giocare. Bisogna impedire con la NOSTRA PRESENZA che la manovra del Governo vada a buon fine.
L'esame di bilancio esitato dalla Commissione Bilancio verrà discusso a partire da sabato 4 gennaio alle ore 12. Cosa vogliamo fare? Perdere o limitare i danni?

Abbiamo già perso se non siamo in grado di organizzare una protesta! 
Invitiamo tutte le sigle Sindacali (Autonomi e Confederali) di condividere questa proposta.
Almeno per un giorno cerchiamo di essere tutti compatti.


Ripropongo quì sotto il video che sancisce la fine 








VINCIULLO E BONGIOVANNI SODDISFATTI PER LA PERMANENZA FINO A 55 ANNI NELL'ANTINCENDIO. E PER IL BLOCCO DEL TURN-OVER INVECE?


Siracusa, Approvato un emendamento per i forestali. "Sempre al loro fianco", così Vinciullo e Bongiovanni

 


La Commissione ‘Bilancio e Programmazione ieri pomeriggio ha approvato un importante provvedimento a favore dei Lavoratori Forestali che operano nell’antincendio. A comunicarlo sono l’On. Vincenzo Vinciullo Vice Presidente Vicario della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ e Nello Bongiovanni, i quali affermano che "finalmente grazie a questo provvedimento approvato si fa chiarezza su una vicenda che perdurava da anni e dove venivano penalizzati solamente i lavoratori della Provincia di Siracusa".E’ risaputo – hanno continuato l’On. Vinciullo e Bongiovanni – che solamente i lavoratori forestali dell’antincendio della Provincia di Siracusa appena raggiungevano i 50 anni di età venivano esclusi dalla graduatoria, con questo emendamento invece verranno sottoposti a visita medica e se risultano idonei fino all’età di 55 anni potranno rimanere nelle graduatorie, inoltre altro fatto importante che prevede questo atto è l’unificazione delle graduatorie in modo tale da esserci in futuro più trasparenza e più semplificazione nelle procedure di avviamento al lavoro. Bisogna poi ricordare che l’esclusione dalle graduatorie procurava un danno economico non indifferente per i lavoratori e per questo motivo che il nostro impegno è stato sempre costante e concreto. L’Emendamento approvato – hanno concluso l’On. Vinciullo e Bongiovanni – ridà fiducia per una rinascita in un settore strategico per la Sicilia, coscienti che è necessario per il prossimo futuro una riorganizzazione generale del comparto con lo scopo di raggiungere una stabilizzazione proficua e concreta".


30 Dicembre 2013
http://www.siracusanews.it/node/43997


Mi dispiace per Voi ma quello che è successo in Commissione Bilancio taglia le gambe a tutto il comparto forestale, compreso Siracusa.
Come la mettiamo invece con il blocco del Turn-Over?








GUCCIARDI (PD): QUELLO VARATO DALLA COMMISSIONE E' UN TESTO CONCRETO


Sicilia: Gucciardi (Pd), scongiurato esercizio provvisorio e messi in sicurezza conti

Palermo, 30 dic. - (Adnkronos) - ''Fin dal primo momento il Pd ha lavorato per raggiungere questo obiettivo: per la prima volta dopo 10 anni non si ricorrerà all'esercizio provvisorio, stiamo faticosamente riportando la Sicilia ad una condizione di 'normalità finanziaria'''. Così il capogruppo del Pd all'Assemblea regionale siciliana, Baldo Gucciardi, commenta a margine della seduta d'Aula, l'approvazione, dopo 22 ore di lavori non stop, in commissione Bilancio della legge di stabilità, che approderà a Sala d'Ercole il 4 gennaio. ''Quello varato dalla commissione - aggiunge Gucciardi - è un testo concreto, che punta innanzitutto a proseguire il percorso di messa in sicurezza dei conti pubblici della Regione''. E sul ddl di proroga dei commissari delle Province, bocciato sabato scorso dall'Aula, spiega: "Noi manteniamo la posizione di sempre: occorre alleggerire la struttura pesante della Regione e la mancata proroga dei commissari accelera la legge di riforma delle province, a cui l'Ars lavorerà subito dopo la finanziaria e il bilancio".

30 Dicembre 2013
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/19:11/4445505





30 dicembre 2013

IN COMMISSIONE BILANCIO SI COMPLETA L'OPERA


Commissione Bilancio, seduta n. 103 del 29-12-2013 II parte








Ridete pure, buon divertimento.



PAGLIARO CGIL: PERCHE' UN LAVORATORE FORESTALE DEVE ASPETTARE FINO A SEI SETTE MESI PER PERCEPIRE UNA RETRIBUZIONE?


Classe politica difende interessi di basso profilo

Maggioranza sconfitta in aula,
Pagliaro: “Governo impotente”

Michele Pagliaro2

 “La sconfitta del governo Crocetta in Aula sulla proroga dei commissariamenti delle Province rivela l’impotenza di un governo che annuncia riforme epocali e poi perde tempo nel farle e la protervia di una classe politica regionale arroccata, mentre la Sicilia affonda, a difendere interessi di basso profilo e la pratica del potere per il potere”.
E’ duro il segretario della Cgil siciliana Michele Pagliaro, all’indomani del “flop” della maggioranza all’Ars. “Che la più importante riforma istituzionale della Sicilia fosse partita male- aggiunge- lo abbiamo rilevato già da tempo. Ora che si è consumata l’ennesima sceneggiata della politica- dice ancora Pagliaro- e che i falchi della conservazione sono tornati a dire la loro agevolati dalle crepe della maggioranza e dalla conseguente lentezza nel portare a casa i risultati, vorremmo sapere cosa accadrà, se questa sarà l’ennesima occasione per tornare indietro e per non fare, continuando a sprecare il denaro pubblico e la possibilità di incidere per migliorare le cose”.
Pagliaro si dice “allibito” del fatto che “la politica siciliana non riesca a comprendere che la riforma degli assetti istituzionali può rappresentare l’opportunità vera ed autentica di cambiare volto alla Sicilia. Si dovrebbe correre- aggiunge- e invece si continua a prendere tempo e il risultato è che chi ha gli occhi rivolti all’indietro acquista posizioni. Da questa riforma- sottolinea il segretario della Cgil- può derivare anche la sburocratizzazione della Regione, di cui non comprendiamo le lentezze, le farraginosità, le inspiegabili lungaggini delle procedure, “Non comprendiamo- afferma- perché per un’autorizzazione passino anche anni con la conseguenza che spesso gli investitori abbandonano la Sicilia perché le risposte non arrivano in tempi adeguati; cosi come non ci si spiega perché un lavoratore forestale debba aspettare fino a sei o sette mesi per percepire una retribuzione”.
Pagliaro conclude dicendo che “i tempi delle aziende e delle persone non sono compatibili con quelli della burocrazia e la politica di questa regione dovrebbe attivarsi virtuosamente per cambiare le cose smettendola di essere più sorda del sordo che non vuole sentire”.

 29 Dicembre 2013
http://palermo.blogsicilia.it/maggioranza-sconfitta-in-aula-pagliaro-governo-impotente/229800/



Perchè non avete organizzato uno sciopero regionale contro il blocco del turn-over? Questa norma è stata approvata nel totale silenzio l'1 maggio 2013, da premettere che già ne avevamo sentito parlare nella seduta parlamentare del 29 dicembre 2012
I vostri referenti della maggioranza cosa stanno facendo in merito? Sono con noi o contro di noi?
Non solo sblocco del turn-over, ma anche tagli all'indennità chilometrica, fuoriuscita a 50 anni dall'antincendio, graduatoria unica ecc. Come ben sapete, i lavoratori non accettano queste ingiustizie. 
Noi ricordiamo che grazie a questi On.li abbiamo perso in media circa 3500 euro, niente alibi perchè al governo non c'è il centro destra ma il centro sinistra. 









Ai Lavoratori tutti;
 Al Governatore Crocetta;
Alla Giunta;
Ai Deputati tutti;
Ai Sindacati Confederali; 
Ai Sindacati Autonomi;
Ai Dirigenti Regionali e Provinciali del Corpo Forestale;
 Ai Dirigenti Regionali e Provinciali dell'Azienda Foreste Demaniali.




29 dicembre 2013

PROTESTA DELL'UGL. A CALTANISSETTA MOLTI FORESTALI SENZA SOLDI PER UN PROBLEMA BUROCRATICO.


Protesta l'Ugl-sezione agricoli

«Molti forestali senza soldi per un problema burocratico»

c. c.) «Per un mero problema burocratico, diversi lavoratori dell'Azienda Foreste Demaniali hanno trascorso il Natale senza soldi. La Regione doveva provvedere prima a predisporre i pagamenti invece di creare questi problemi»: lo afferma il coordinatore di San Cataldo del sindacato Ugl-sezione agricoli e forestali, Angelo Ferrara.
Quest'ultimo, infatti, spiega che tra le centinaia di lavoratori dell'azienda, solo alcuni hanno ricevuto le spettanze alla vigilia di Natale: «Il 24 dicembre sono stati liquidati gli stipendi, ma sono stati caricati presso un solo gruppo di credito e così, coloro che sono titolari di un conto postale o in altre banche non hanno potuto ritirare le somme».
L'esponente Ugl ha poi spiegato: «Le nostre rimostranze riguardano anche un altro importante argomento, ossia i provvedimenti che il presidente della Regione Crocetta ha in programma per il settore forestale e che andrebbero ad unire i comparti di Ispettorato ed Azienda: ciò comporterebbe il blocco del turn-over ed impedirebbe ai lavoratori forestali di svolgere qualche giornata di lavoro in più durante l'anno. Per questo, il nostro segretario regionale Arcangelo Ferrara ha predisposto una proposta che tende ad aumentare le giornate lavorative, senza dimenticare la volontà di giungere ad una stabilizzazione dei lavoratori. Siamo a disposizione di chiunque voglia conoscere questo documento ed aspettiamo che l'Ars ci faccia capire cosa si sta facendo per i forestali. Se i provvedimenti della Regione non dovessero trovarci d'accordo, saremo pronti a protestare».


28 Dicembre 2013





INAUGURATO A PALMA DI MONTECHIARO IL BOSCO DELLA VITA

 

Palma di Montechiaro

Il «Bosco della vita» sarà inaugurato questa mattina


Palma di Montechiaro. All'inaugurazione del "Bosco per la vita" ha assicurato la propria presenza l'assessore regionale al Territorio ed Ambiente Mariella Lo Bello e la deputazione agrigentina. Una presenza significativa questa, a dimostrazione della validità di una iniziativa di alto valore morale ed educativo che il sindaco Pasquale Amato e l'assessore alla Pubblica istruzione Agata Vinci hanno inteso oggi promuovere come un inno alla vita, per la salvaguardia dell'ambiente e per inculcare alle nuove generazioni il valore e il rispetto della natura e delle piante.
La manifestazione è stata ideata per celebrare festosamente la nascita nel 2013 nella cittadina del Gattopardo, da coniugi palmesi, di ben 215 neonati, il cui parto è avvenuto nei reparti di Ostetricia degli ospedali di Licata, Agrigento e Canicattì, ma che sono a tutti gli effetti appartenenti alla stirpe palmese, dove cresceranno e diventeranno adulti, seppur in un ambiente dove la loro crescita certamente verrà condizionata dalle difficoltà che diverse famiglie saranno costrette a fronteggiare per la crisi occupazionale e per le incertezze sul futuro delle loro creature. Il "Bosco per la vita" avrà la sua prima piantumazione stamane al Villaggio Giordano di fronte alla chiesa della Trasfigurazione, dove l'assessore al Territorio ed Ambiente Mariella Lo Bello pianterà il primo alberello di quercia in uno spazio ricavato nella piazza Luigi Longo.
La scelta del Villaggio Giordano per inaugurare il "Bosco per la vita" per il sindaco Pasquale Amato rappresenta un segnale di impegno verso un quartiere dove vivono famiglie dignitose e che necessita di interventi per migliorare la qualità della vita dei suoi residenti, mentre la piantumazione della prima pianta di quercia -ha aggiunto il sindaco- intende legare simbolicamente la crescita dei bambini del popoloso agglomerato ad una albero che simboleggia la forza di combattere contro tutte le intemperie. Altre 214 piante di quercia, del tipo leccio, sugherere e roverella, nello stesso giorno saranno piantumate dagli addetti ai lavori socialmente utili in diversi spazi del territorio comunale, individuati tra gli altri vicino ai plessi scolastici, in via Alpi, nel quartiere del Firriato e in alcuni insediamenti lottizzati dove esistono aree brulle di proprietà del Comune.
«Con questa iniziativa, resa possibile dalla disponibilità del Corpo forestale che ci ha donato le 215 piante appartenenti alla famiglia della quercia -ha spiegato il sindaco Pasquale Amato- abbiamo inteso raggiungere lo scopo di inneggiare alla vita con la nascita nel 2013 di 215 nuovi cittadini palmesi, creare un polmone di verde con il quale dare ossigeno all'ambiente, nel rispetto del trattato di Kyoto, troppe volte trascurato, e il cui obbiettivo è stato condiviso dall'assessore regionale Mariella Lo Bello».
FILIPPO BELLIA

28 Dicembre 2013




28 dicembre 2013

IL PRESIDENTE CROCETTA MANDA IN PENSIONE IL COMMISSARIO SCOMODO

 

La richiesta di proroga avanzata da alcune procure

Rosario Crocetta manda in pensione il commissario scomodo

Gioacchino Leta

Il comandante del nucleo operativo regionale di polizia giudiziaria del Corpo Forestale andrà in pensione a breve. Gioacchino Leta ha 63 anni dipendente della Regione dal 1977. Ha superato i 40 anni di anzianità contributiva.
Ha tutti i numeri per andare in quiescenza. Alcune procure della Sicilia hanno sollecitato con formali richieste, nel rispetto delle norme di legge, la proroga per completare alcune delicate indagini. In un primo momento il provvedimento firmato dal presidente Rosario Crocetta era stato deliberato. Era il 29 marzo.
Nella delibera del presidente della Regione si diceva che il commissario poteva restare in carica fino al compimento del 65 esimo anno di età. Il 23 maggio un secondo provvedimento, sollecitato dall’assessorato al Territorio e Ambiente, ha revocato la proroga.
“In ragione alla grave congiuntura economica che investe la Sicilia e quindi al fine di salvaguardare il proseguimento degli obbiettivi connessi al contenimento della spesa propone di revocare – si legge nella delibera di giunta Crocetta – il precedente provvedimento”. Peccato che ad un altro dirigente dell’assessorato Foreste Vincenzo Foti è stato consentito di restare oltre il 65 esimo anno di età fino al compimento del 67 esimo anni. Un’evidente differenza di trattamento da parte della stesso ente regionale. Citando le stesse norme si sono presi due provvedimenti diversi.
“Non comprendo la disparità di trattamento – dice il comandante Leta – Davanti a norme uguali si sono decise due strade diverse. Gli uffici giudiziari avevano espresso formalmente una richiesta precisa di mantenimento in servizio per completare alcune delicate attività investigative che sarebbero stati utili allo stato. Voglio sottolineare che non c’è nessun aggravio per le casse regionali visto che la pensione viene erogata da altra cassa. Non farò ricorso perchè non sono io che dovrò decidere se rimanere o meno. Chiedo allo Stato di decidere se sarà utile ancora il mio lavoro di tutti questi anni”.
In questa vicenda ci sono troppe contraddizioni. “Nelle proroghe concesse precedentemente – aggiunge Leta – c’è scritto che il nucleo è oggettivamente sotto organico e si era detto che non bisognava mandare in pensione nessuno. Anche questo è stato disatteso”.
Il comandante Leta negli ultimi mesi ha ricoperto anche il ruolo di comandante del distaccamento forestale di Bagheria, dove erano finiti in manette diversi ispettori del Corpo Forestale accusati di corruzione e peculato. In questi mesi nel territorio di competenza da Villabate a Termini Imerese sono ripresi i controlli, sequestri e denunce. In questi anni nel corso dell’attività gli uomini coordinati da Leta hanno consentito di arrestare diversi dirigenti della stessa Forestale pizzicati ad utilizzare vetture del Corpo per scopi privati. Sono stati scoperti anche funzionari beccati a commettere illeciti penali e amministrativi. Accanto a queste ci sono state anche operazioni antidroga, antiprostituzione, riciclaggio di denaro. In questi mesi sono in corso delicate indagini su altri uffici regionali che coinvolgerebbero altri funzionari dello Stato. Indagini coordinate dallo stesso comandante.

27 Dicembre 2013
http://palermo.blogsicilia.it/rosario-crocetta-manda-in-pensione-il-commissario-scomodo/229637/





SDEGNO DELLA SENATRICE MUNERATO (LEGA NORD): IN CALABRIA E IN SICILIA CI SONO PIU' ALBERI CHE FORESTALI




 

POLITICA ROVIGO Stop ai contributi a pioggia al Sud, lo afferma la senatrice Emanuela Munerato

Sdegno al Governo targato Lendinara

La senatrice Emanuela Munerato indossa in senato la maglietta “ Ara che so stufa” per manifestare il suo disappunto circa i finanziamenti a pioggia che il Governo sta elargendo al Sud “penalizzando” le aziende del Nord

Roma - E anche quest'anno il Governo ha fatto il babbo Natale con il Sud grazie ai contribuenti del Nord. Dei quali, evidentemente, le letterine sono state stracciate”. Emanuela Munerato non ne può più. E la t-shirt che indossa al Senato lo dimostra. L'infernale giro sulle montagne russe della legge di stabilità si è concluso al Senat In questo testo, davvero, come ha detto il premier Letta, il Governo ha fatto tanto e per tutti. A proposito di amici, quindi, visto che si è regalato a destra e a sinistra, il governo deve averne tanti tra Campania, Sicilia e Calabria – fa osservare –.  Viceversa, dovrebbe forse spiegare perché dà 125 milioni di euro per i lavori socialmente utili di Napoli, Palermo e Calabria. Ci farebbe piacere sapere sulla base di quale criterio abbia assegnato 125 milioni di euro agli amici di tre Regioni e uno soltanto a quelli di tutte le altre Regioni”. Poi annuncia un proposito: “Sarà mia cura farlo sapere a tutte le aziende e ai cassaintegrati  che incontrerò in Polesine nei prossimi mesi”.  Un'altra perla che la senatrice di Lendinara mette in luce è la seguente: assunzioni a tempo determinato per il rafforzamento della presidenza del consiglio dei ministri e dei ministeri vari: 120 nuove figure professionali.
“Per rimpolpare quella macchina pubblica, che a parole, si critica perché troppo numerosa, lenta e costosa”. E poi ancora, i forestali. Nuove assunzioni per 4,5 milioni di euro. "Confidiamo che non sia sempre per i soliti posti e che sia magari per quelle Regioni che hanno realmente le foreste e bisogno dei forestali – dice Munerato – anche perché sappiamo che in Calabria e Sicilia, oggi come oggi, ci sono più forestali che alberi”.
Ma i regali al Sud non sono finiti. E Munerato ne offre un elenco, seppur non esaustivo: orchestra del Mediterraneo del San Carlo di Napoli per un milione; debiti di Eur Spa di Roma per 100 milioni; bonifiche aree inquinate di Brindisi per 25 milioni; istituto per gli studi storici e filosofici di Napoli per 6 milioni; autostrada Salerno-Reggio Calabria, la strada infinita, per 340 milioni; strada statale 372 a Benevento per 100 milioni; trasporto marittimo nello stretto di Messina per 3 milioni; promozione dei ristoranti del Sud nel mondo 2 milioni; lavorazione delle bucce di agrumi siciliani per 2 milioni.

La conclusione di Emanuela Munerato è amara: “È terminata   la pazienza delle nostre aziende del Nord. Gente che si alza alle sei del mattino e che fino a fine giugno si spacca la schiena per pagare Ires, Irpef, Irap e gabelle varie. Gente che è stufa di lavorare 40 anni per poi andare in pensione a 500 euro perché il Governo dice che la coperta è corta”.

27 Dicembre 2013
http://www.rovigooggi.it/articolo/2013-12-27/sdegno-al-governo-targato-lendinara/#.Ur7Oqfvy3GE



Notizia correlata:  




Ecco quì sotto un piccolo riassunto degli amici leghisti.
 



Il cavallo di battaglia dell'On. Salvini
Salvini: Proposta choc, la polemica con il Sud, assumiamo mille forestali
I forestali del Sud sono l'incubo della Lega Nord
Luca Zaia  Presidente della Regione Veneto
Luca Zaia  Presidente della Regione Veneto (2)
Luca Zaia  Presidente della Regione Veneto (3)
On. Bitonci
On. Giovanna Negro 


  

FABRIZIO COLONNA CISL: MARCHI DI QUALITA', DIFESA DEL TERRITORIO E FILIERE PRODUTTIVE. SU QUESTE TRE DIREZIONI DEVE PROCEDERE IL FUTURO


Consiglio Generale della Fai Cisl

«Agroalimentare, marchi di qualità per lo sviluppo»



 Fabrizio Colonna, Segretario Regionale della Fai Cisl


Marchi di qualità, difesa del territorio e filiere produttive. Su queste tre direzioni deve procedere il futuro del settore agroalimentare e forestale siciliano.
Un breve bilancio del settore, con le proposte, è stato stilato nel corso del Consiglio generale della Fai Cisl. Vi hanno partecipato la segreteria provinciale, i delegati e le Rsu ed Rsa, alla presenza del segretario regionale Fabrizio Colonna e della segretaria generale della Cisl etnea Rosaria Rotolo.
Nella relazione d'apertura, Pietro Di Paola, segretario generale della Fai Cisl catanese, ha sottolineato la sofferenza del settore agricolo.
«Le produzioni sono sempre importanti per la nostra provincia - spiega Di Paola - ma le giornate lavorative diminuiscono del 15%. Occorre che la Regione siciliana dia maggiore attenzione all'agrumicoltura e all'orticoltura che sono penalizzati dalla distanza dai mercati importanti e costringono a pagare costi aggiuntivi che aggravano spese non più sostenibili».
Poi Di Paola ha rivolto un appello alle aziende agricole: «Il lavoro nero pesa moltissimo nel settore, specie a carico di lavoratori comunitari ed extracomunitari. Noi pretendiamo pari dignità per tutti i lavoratori e rispetto dei contratti».
Sull'agrumicoltura catanese, la Fai Cisl ha annunciato un grande convegno regionale che si terrà nel prossimo mese di gennaio a Scordia. Per Colonna, difesa del territorio, marchio di qualità e corretto uso dei fondi europei è il futuro del settore siciliano.
«Il 70% dei Comuni è a rischio idrogeologico - ha affermato - e da ciò dobbiamo partire per un nuovo concetto di rapporto con boschi, foreste e territorio. E la Regione deve anche impegnarsi nel difendere i prodotti di qualità tipici imponendo un marchio di origine con i finanziamenti europei oggi non impiegati per oltre il 60%».

27 Dicembre 2013




L'ON. MARZIANO RISPONDE A LO BELLO


Marziano a Lo Bello: la Sicilia si liberi da lobby, governi ombra e piccoli interessi di bottega




"Se si sbaglia la diagnosi non si può curare il male: ecco perché la ricetta di Ivan Lo Bello non è quella giusta per guarire i mali attuali della Sicilia. Infatti se è vero che spesso l’Ars non offre un bello spettacolo e qualche volta più che un Parlamento si trasforma in ‘parlatoio’, non è altrettanto vero che gioca un ruolo di paralisi e contrappeso rispetto al governo sulle politiche di sviluppo economico perché, purtroppo, la quasi totalità delle risorse destinate alle politiche di sviluppo sono nazionali ed europee che non passano dalle decisioni del Parlamento”. Lo dice Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, commentando le affermazioni del vicepresidente nazionale di Confindustria Ivan Lo Bello pubblicate oggi sul quotidiano La Sicilia.

“E se è vero che una parte consistente del Bilancio della Regione è anchilosato a causa di pesanti retaggi del passato, è altrettanto vero che la ripartizione, l’utilizzo e la gestione delle risorse europee - le uniche oggi disponibili per le politiche di sviluppo - stanno totalmente in capo al governo regionale e al presidente della Regione, mentre il Parlamento poco o nulla può incidere nella accelerazione della spesa ma ancor meno può ritardarla”.


Il problema, dunque, non sta nell'equilibrio tra Ars e presidente poiché la regola ‘simul stabunt simul cadent’ da già oggi al presidente un potere formidabile di ‘dissuasione’ nei confronti del Parlamento. Il problema sta, semmai, in un cambio di passo nella capacità del governo regionale di tornare ad avere, dopo più di un decennio, una seria politica di sviluppo industriale ed economico che oltre alla lotta agli sprechi, alla spesa improduttiva ed ai retaggi del passato - che il governo attuale sta portando avanti con coerenza assieme alle forze che lo sostengono – compia anche scelte precise sull'uso del territorio, sulla difesa dell'ambiente, sulle politiche di incentivo alla crescita dell'apparato produttivo basata sulla certezza dei tempi e accompagnata ad una profonda riforma della burocrazia regionale, sulle politiche di agevolazioni per l'industria e incentivi alla piccola e media impresa, sul rapporto virtuoso tra tutela e fruizione dei beni culturali e politiche di sviluppo del turismo, su una moderna politica energetica. Su questo terreno e senza condizionamenti, da un lato di lobby e governi ombra e dall'altro di piccoli interessi di bottega, si deve sviluppare il rapporto virtuoso tra presidente della Regione, giunta e Parlamento".


"In questi giorni - conclude Marziano - con l'approvazione della legge sulla riduzione dei costi della politica e con le norme per l'agricoltura per le piccole medie imprese, il Parlamento ha dato risposte importanti: credo che l’Ars abbia la consapevolezza della gravità della situazione e sarà in grado di raccogliere e vincere questa sfida”.

27 Dicembre 2013
http://www.pdars.it/primo-piano/item/735-marziano-a-lo-bello-la-sicilia-si-liberi-da-lobby,-governi-ombra-e-piccoli-interessi-di-bottega





IVAN LO BELLO: NESSUNO DI NOI PENSA CHE I PRECARI E I FORESTALI DEBBANO ANDARE A CASA, SONO IL FRUTTO E LE VITTIME DI ERRORI DEL PASSATO


Lo Bello: più forza al governatore "liberato" dall'Ars

Ivan Lo Bello, imprenditore, attuale
Vicepresidente Nazionale di Confindustria con delega
sull’Educational, dopo una lunga esperienza alla guida 
di Confidustria Sicilia nel segno della lotta alla mafia
Foto lasicilia.it


«La classe dirigente regionale fa schifo, per la Sicilia serve una "devolution all'incontrario": affidatevi di più a Roma. Lo Statuto speciale andrebbe rivisto. I siciliani devono sottrarsi al ricatto dell'autonomia, che è stata la parola d'ordine dei politici per rubare alle loro spalle. Il governo Crocetta? Né scelte significative, né rotture: irrilevante e immobilista»



Foto lasicilia.it

Mario Barresi
Ivan Lo Bello, vicepresidente nazionale di Confindustria, in un'intervista al nostro giornale lo storico ed editorialista del "Corriere della Sera, Ernesto Galli Della Loggia, ha espresso un giudizio impietoso sulla classe politica regionale: «Fa schifo», ha detto senza mezzi termini...
«Sotto molti aspetti il giudizio è condivisibile. Se guardiamo agli ultimi anni e alle vicende che hanno riguardato le regioni, dalle inchieste sui rimborsi ai tanti scandali, non c'è dubbio che emerga un problema serio di classe dirigente locale, anche se non bisogna generalizzare. Guardando alla storia del nostro Paese, le Regioni ordinarie sono sono state istituite negli Anni 70, senza una vera tradizione politica e amministrativa come quella dello Stato centrale e tanti Comuni, istituzioni con maggiore presenza e radicamento sul territorio. Altra cosa sono le Regioni a statuto speciale».
E qui veniamo alla Sicilia, per la quale Galli Della Loggia propone in pratica una "rottamazione" dell'Autonomia, con una netta revisione dello Statuto speciale. Che ne pensa?
«Io da sempre sono uno dei critici dell'Autonomia regionale. Ho sempre sostenuto che questa "specialità" è stata sempre vissuta non come un'opportunità di sviluppo, ma come un elemento di redistribuzione di risorse, ma soprattutto di assistenzialismo e clientelismo. E questo è un tema siciliano, perché altre Regioni - penso al Trentino Alto Adige, ad esempio - hanno avuto le stesse prerogative e risorse parametrate alla loro situazione e hanno saputo utilizzare l'autonomia speciale in maniera estremamente positiva. Da noi, invece, dietro alla retorica sull'autonomia si sono nascoste le peggiori nefandezze. Quello fra noi e il Trentino è un paragone non di modelli istituzionali, ma di qualità della classe dirigente. Uno dei temi su cui bisognerebbe confrontarsi in Sicilia, anche in un dibattito storico è questo: perché l'Autonomia speciale dal dopoguerra a oggi ha determinato una classe dirigente, politica, sociale ed economica non all'altezza di sfide, opportunità e prerogative in questi decenni? Complessivamente l'autonomia speciale è stato un grande fallimento per la Sicilia».
Quale può essere allora la strategia d'uscita? La «devolution all'incontrario» proposta da Galli Della Loggia che ci invita ad «affidarsi di più a Roma»? Oppure è possibile un'ultima chance alla nostra classe dirigente, magari aspettando pure da noi che si materializzi «l'uomo forte» che l'editorialista auspica a livello nazionale?
«Quando Galli Della Loggia parla dell'uomo forte al governo, il discorso non si può applicare tout court alla nostra regione. In Sicilia c'è da un lato un presidente eletto direttamente dai cittadini, ma dall'altro una fortissima assemblea parlamentare. E il presidente eletto non porta con sé un premio di maggioranza, al di là di quello minimo del "listino": il nostro è un sistema presidenziale con un fortissimo contrappeso del potere dell'Ars, che in una certa fase storica poteva essere arginato dalla forza dei grandi partiti della Prima Repubblica, ma oggi i partiti sono strumenti deboli e fortemente frammentati. In questi ultimi anni all'Ars ci sono stati e ci sono partiti personali, portatori di singoli interessi. Dobbiamo smitizzare il tema che in Sicilia ci sia un uomo solo al comando, perché il governatore deve convivere con 90 deputati regionali altrettanto forti».
Eppure, numericamente, anche Crocetta dispone di una maggioranza chiara per governare. Cosa c'è che non funziona, allora?
«Parliamo di maggioranze passeggere che si formano all'Ars. Gli ultimi anni ci raccontano di continui cambi di maggioranza, divenuti quasi strutturali nella storia dell'Assemblea regionale siciliana. C'è il caso di Lombardo, esemplare nell'ultimo quinquennio, ma non soltanto quello. Le vicende a cui mi riferisco sono il frutto di un quadro ormai spappolato dei partiti. Il nostro è diventato un sistema apparentemente presidenziale, ma sempre più condizionato dalla possibilità di maggioranze variabili con il rischio di trasformismi e di domande politiche per supportare interessi limitati e non generali. Il nostro problema è proprio quello di avere un presidente della Regione forte: per questo dovremmo mettere mano a una rivisitazione forte dello Statuto».
Anche a costo di perdere pezzi, quantitativi e qualitativi, di Autonomia?
«La Regione Siciliana ha, su un piano formale delle enormi prerogative e tante competenze. Ma su quello sostanziale, ripeto, prevale una governabilità debole, influenzata da lobby e da singoli esponenti politici. Ma questo avviene anche in tante altre Regioni. Basta guardare, dopo la revisione del Titolo V della Costituzione nel 2001, il pessimo uso che anche le Regioni ordinarie hanno fatto delle nuove competenze. La soluzione per la Sicilia potrebbe essere una governance forte a livello centrale. E siccome noi non siamo stati in grado, e non è un fatto soltanto recente, di usare al meglio le nostre prerogative autonomistiche, è evidente che un dibattito vada aperto».
E qual è il suo contributo iniziale a questo dibattito?
«La proposta: consentire a un presidente e a una maggioranza di governare per cinque anni senza vincoli, condizionamenti o trabocchetti. Non guarderei alla sostanza delle competenze, ma al meccanismo di governance: il bilanciamento totalmente paritario fra presidente e Ars è il vero problema della Sicilia, ancor più dell'Autonomia speciale».
Galli della Loggia esprime anche un giudizio sul governo Crocetta, definendolo «irrilevante e immobilista».
«Mi sembra un giudizio duro. Un giudizio espresso da chi ci guarda da lontano, con tutto il rispetto per Galli Della Loggia, che leggo sempre con enorme piacere. Sia chiaro: io non sto qui a difendere nessuno, faccio un altro mestiere. Ma quello di Galli Della Loggia prescinde dalla situazione che Crocetta ha trovato in Sicilia, che poco prima delle dimissioni di Lombardo, nel luglio del 2012, era sull'orlo del default, come io stesso denunciai in un'intervista al "Corriere della Sera", e come poi è emerso anche dall'intervento del governo Monti».
È possibile attendersi un salto di qualità nel 2014 da questo governo regionale?
«Il Paese l'anno prossimo uscirà dalla recessione che ci portiamo dietro dal 2008, mentre in Sicilia il 2014 sarà l'ennesimo anno di Pil negativo. E quindi continuo a ritenere che il tema centrale sia far ripartire l'economia, mettendo in moto il mondo produttivo, creando occupazione e rafforzando le risorse fiscali per la Regione, che è un altro fortissimo incentivo all'investimento sulla crescita. Crocetta ha fatto emergere le tante patologie della nostra regione, oggi bisogna mettere in campo tutti gli strumenti per una crescita economica, attrarre nuovi investimenti, intervenire ulteriormente sulla burocrazia che è ancora un freno notevole alla crescita. Ma tutto questo non dipende solo da Crocetta, ma anche dall'Ars che deve condividere col presidente un progetto strategico di crescita. Il cuore della vicenda è sempre lo stesso: la governance complessiva. È troppo facile dire: "Crocetta cambi la Sicilia". Il problema è che sono Crocetta e l'Ars a dover cambiare la Sicilia».
Ma è lecito aspettarsi un nuovo "balance" sull'obiettivo di «non fare macelleria sociale», come dice Crocetta riferendosi a precari e forestali, per spostare attenzione e risorse sullo sviluppo puro?
«Nessuno di noi pensa che i precari debbano andare a casa, molto spesso si tratta di persone che sono lì da anni in una situazione di precarietà esistenziale prima ancora che economico-occupazionale. Sono allo stesso tempo il frutto e le vittime di errori del passato. Ma dobbiamo mettere un punto fermo. E poi ripartire con la forza di un progetto strategico e con la chiarezza degli obiettivi».
twitter: @MarioBarresi


27 Dicembre 2013



Nell'ultimo passaggio il Vicepresidente Nazionale di Confindustria ci tranquillizza un pò.
Ma si riesce veramente a correggere gli errori fatti in passato tutelando i precari e forestali?









C'ERA UNA VOLTA NEL COMUNE DI CAMPOROTONDO (CT), UN BOSCO E ADESSO NON C'E' PIU'


Il bosco secolare mappato e "desaparecido" Camporotondo.

Sbancamento senza autorizzazione, l'area verde sopravvive solo nella carte demaniali


L'area in cui sorgeva il bosco
Foto lasicilia.it


E' una storia che potrebbe cominciare con il classico "c'era una volta, nel comune di Camporotondo, un bosco a sud del villaggio Sant'Antonio Abate che ora non c'è più". Questo bosco era stato individuato su sollecito della Regione nel 2009 le cui mappe catastali, ferme agli Anni sessanta, riportavano un congruo numero di zone boschive nel territorio del piccolo centro.
Un'operazione di routine, che i tecnici regionali compiono periodicamente per porre dei paletti alla cementificazione e nel contempo per salvaguardare le zone boschive del demanio. L'allora Amministrazione di Camporotondo aveva incaricato il tecnico agronomo Giuseppe Mistretta di verificare se le aree individuate dalla Regione corrispondevano ai canoni previsti dalla legge. Nella sua relazione, il tecnico aveva sensibilmente ridotto le zone boschive dichiarando che la sola "area 12" coincideva con i criteri di bosco per i suoi alberi secolari e per la sua ampia estensione ed era questa che le autorità avrebbero dovuto tutelare, curare e mantenere. Non essendo recintata, l'area era visitata da cacciatori e amanti della natura, in più rappresentava un sicuro ricovero per la fauna.
Di recente questo bosco è stato sbancato con mezzi meccanici e, a quanto pare, senza l'autorizzazione di qualche funzionario comunale. A denunciare il fatto un gruppo di cittadini che ha chiesto spiegazioni agli uffici comunali, al comandante dei vigili urbani e al sindaco stesso che ha espresso il suo disappunto e il suo stupore per questo colpo ai danni del patrimonio forestale. Il capo dell'Ufficio tecnico, l'ingegnere Angelo Guzzetta, ha assicurato che avviserà gli organismi preposti per prendere i provvedimenti del caso e chiarire come possa essere sparito un bosco secolare.
Giuseppe Ciraudo

27 Dicembre 2013






FORESTALI, MONTA LA PROTESTA STIPENDI PAGATI LA NOTTE DEL 24



Forestali, monta la protesta stipendi pagati la notte del 24


Mattina della vigilia di Natale agitata per centinaia di lavoratori forestali di Bronte, Maletto e Maniace. Avevano ottenuto assicurazioni che la mattina del 24 avrebbero ricevuto dalla Regione siciliana lo stipendio di ottobre. Invece dagli estratti dei conti correnti il pagamento non risultava e quando hanno scoperto che ai colleghi di Randazzo era stato pagato anche novembre è nato il dissenso.
La Cgil di Bronte ha tirato fuori i vessilli e minacciato un Natale di protesta. Poi alla spicciolata nel pomeriggio intorno le 16 nei conti correnti del lavoratori è apparso il pagamento, è tutto è tornato alla normalità. Per un po' però si è temuto il peggio. «La stranezza - ci dice Alfio Mannino, segretario generale della Flai-Cgil di Catania - era che a Randazzo i lavoratori avevano ricevuto 2 mesi di stipendio e gli altri neanche uno. Poi fortunatamente non era così. Faremo meglio i conti, ma riteniamo che tutti i lavoratori forestali siano stati pagati». Per un attimo però i lavoratori hanno pensato a un Natale agitato.
Il responsabile di zona della Cgil "Etna nord-ovest", Gino Mavica, e lo stesso Mannino avevano già preparato un comunicato di denuncia, sottolineando «l'intollerabile e discriminatoria situazione in cui si trovano alcuni lavoratori, nonostante le rassicurazioni ricevute». Qualche lavoratore di Bronte, Maletto e Maniace però lo stipendio l'aveva ricevuto. Dai conti della Cgil risultava che i lavoratori del primo distretto, quello dei Nebrodi, l'avevano avuto, ma quelli del terzo, quello dell'Etna, che riguarda parte dei lavoratori di Bronte e Maniace e tutti quelli di Maletto, invece no. Molti lavoratori attendevano i soldi per fare le spese di Natale e per questo si recavano al bancomat per verificare se fosse avvenuto il pagamento. Intorno alle 16 si sparse la voce che i pagamenti erano stati effettuati. Ed allora finalmente è stato un sereno Natale.
Gaetano Guidotto





27 Dicembre 2013




ROMA. OLTRE 120 VOCI INSERITE LUNGO L'ITER DELLA LEGGE



Manovra. Oltre 120 voci inserite lungo l'iter della Legge

Dal Polo tattile ai musei il ginepraio di microfondi «stride» con la Finanziaria



Per polo tattile di Catania fondi per 800 milioni
Foto lasicilia.it


Roma. Per il funzionamento del Polo Tattile Multimediale arrivano 800 milioni, mentre per debellare il batterio «Xylella fastidiosa» che danneggia gli ulivi salentini ci sono 5 milioni. Spalmati in 3 anni sono invece i 4,5 milioni che serviranno al recupero di lettere, materiali, documenti storici della prima guerra mondiale. Agli organizzatori dei mondiali di pallavolo, invece, vanno 2 milioni. Non sono le misure di un decreto omnibus, ma alcune delle oltre 120 micronorme che - in barba al divieto della legge che regola la contabilità pubblica - sono state inzeppate durante l'iter parlamentare nella Legge di Stabilità, in attesa di pubblicazione. È un vero e proprio ginepraio di microfondi, quasi tutti sotto i 100 milioni, che portano risorse sul territorio, spesso per obiettivi più che meritevoli, ma che certo stonano nel contesto di quello che dovrebbe essere il provvedimento che traccia le linee guida, i grandi capitoli della finanza pubblica nel 2014.
La «Finanziaria» tabellare è in pratica archiviata. Così rispuntano i fondi sugli Lsu di Calabria, Napoli e Palermo e - in una sorta di bilancino Nord-Sud - anche per i lavoratori transfrontalieri. Ci sono poi 3 milioni per l'Orchestra virtuosi italiani di Verona e, in contrappeso, un milione per l'Orchestra Mediterraneo del Teatro San Carlo di Napoli.
Il capitolo «storia» è decisamente presente tra i microfondi. Ci sono la celebrazione del 60/mo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione (4,5 milioni in tre anni) e i 18 milioni per le celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiale, risorse che si sommano a quelle per il recupero di lettere e documentazione della Grande Guerra.
Non manca attenzione al Museo dell'emigrazione italiana (200.000 euro) e a quello sulla Shoah di Milano, all'assistenza degli italiani indigenti all'estero (600.000 euro) ma anche al fondo minori stranieri non accompagnati (30 milioni).
Rinfinanziati poi gli indennizzi per i soggetti danneggiati da trasfusioni e per le vittime di attentati terroristici: il vitalizio va anche a mogli e figli, ora anche se il matrimonio è stato contratto dopo l'atto terroristico.
Agricoltura e infrastrutture sono due capitoli tradizionali. Si sostiene la lotta al batterio Xylella Fastidiosa che danneggia gli ulivi salentini, ma anche (con 2 milioni) la ricerca per la lavorazione degli agrumi. Per le grandi opere vengono rifinanziate Mose (321 milioni in tre anni) e Sa-Rc (250 milioni nel triennio), ma sono state trovate risorse per traghetti veloci e adeguamenti di tratte ferroviarie (Brescia-Verona-Padona o Napoli-Bari). Ci sarebbero - rivela Corriere. it - anche i 100 milioni che servono per completare la «Nuvola» che l'archistar Fuksas sta realizzando a Roma. Tra le micro norme anche la difesa del suolo che conquista 20 milioni nel 2015 e 40 nel 2016. Una boccata d'ossigeno c'è poi per alcuni grandi ospedali: dal Gemelli (50 milioni) al Bambin Gesù (30 milioni), dal Gaslini di Genova (2 milioni) al Centro di coordinamento sugli screening neonatali (Age. Na. s; 5 milioni).
Lavoratori di call center, borse di studio dell'Ice, operai a tempo della forestale, autotrasportatori, cittadini alle dipendenze di organismi militari della comunità Atlantica: minirisorse arrivano per molti. Anche per il progetto Strade sicure forze armate e per il rifinanziamento del «fondo per la tenuta in efficienza dello strumento militare».
Insomma tante micronorme con microrisorse. Anche per potenziare il sito «Normattiva», che contiene tutte le norme pubbliche approvate che, forse, servirà ad orientarsi proprio in questo indiscutibile ginepraio normativo.
Corrado Chiominto

27 Dicembre 2013





27 dicembre 2013

SIFUS: USARE I FORESTALI PER IL DISSETSO IDROGEOLOGICO


COMUNICATO STAMPA SIFUS



sifus 1Mentre le condizioni del territorio siciliano, in caso di forti piogge, presentano un alto rischio di alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni, gli Enti Locali a tutti i livelli, non sono in grado di intervenire e addirittura, rischiano di perdere i fondi previsti per la messa in sicurezza del territorio. In Sicilia,la messa in sicurezza del territorio potrebbe essere effettuata attraverso l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare n.104/03 promossa dal SiFUS tramite l’utilizzo dei lavoratori idraulico forestali.
Che senso ha, accertare come fa il redigendo “piano di assetto idrogeologico regionale” che, in Sicilia (dal messinese alla Valle del Belice, dalle Madonie alla zona porto di Siracusa, dal Golfo di Palermo a Licata; dall’ hinterland e sud di Catania a Gela) almeno il 30% del territorio presenta un alto rischio di frane, inondazioni e esondazioni se poi non si interviene per ridurre e/o eliminare detto rischio?
Che senso ha conoscere l’ultimo rapporto del Ministero dell’Ambiente in cui è possibile prendere atto che 277 comuni siciliani su 390 ricadono in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico se poi non si interviene per ridurre e/o eliminare detto rischio?
Che senso ha sapere che questi dati drammatici, sono ancora più allarmanti, in quanto si incrociano con quelli dell’abusivismo edilizio? Nell’ultimo “rapporto sull’abusivismo edilizio” è dimostrato che in Sicilia l’84% degli immobili abusivi sorgono su siti sottoposti a vincolo sismico.
Che senso ha sapere che la Sicilia non è più sicura della Sardegna per quanto riguarda il “rischio alluvioni”, se i fiumi, i fiumiciattoli e i torrenti non sono mai storicamente stati ripuliti dagli arbusti naturali, dalla ramaglia, dai rifiuti, ecc, che si trovano lungo il loro percorso e pertanto, possono in qualsiasi momento dell’evento calamitoso, determinare il cosiddetto “ effetto bomba”, ossia, il meccanismo che ne provoca lo straripamento?
In parole povere le istituzione offrono ai cittadini siciliani la conoscenza delle “malattie” del territorio in cui vivono, ma per responsabilità oggettive, non sono in grado di mettere in campo le “medicine” per curarlo.
Tutto questo mentre, il Ministro della Coesione Sociale, Carlo Trigilia, ha reso noto che 4,3 miliardi di risorse per la messa in sicurezza del territorio del sud non vengono spesi.sifus2
Per affrontare gli enormi danni presenti nel nostro territorio e prevenire quelli che eventualmente potrebbero essere causati da ulteriori eventi calamitosi, anche se nessuno potrà più restituire le tante vite umane sacrificate a causa di essi (vedi Giampilieri, Saponara,ecc), la nostra organizzazione sindacale, ha promosso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, la n. 104/03, che si pone l’obiettivo, tra gli altri, di mettere in sicurezza il territorio attraverso interventi da effettuare tramite l’utilizzo degli operai idraulico-forestali. Attraverso questa norma, è possibile realizzare i necessari interventi per l’assestamento e il consolidamento idrogeologico del territorio attraverso opere di ingegneria naturalistica ed idraulica, la pulitura dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, opere di arginatura, di ricalibratura, pratiche sostenibili di utilizzo del suolo, miglioramento della capacità di ritenzione delle acque, opere di impermeabilizzazione,ecc.
La proposta di legge in questione che, nella scorsa legislatura è passata positivamente da 2 commissioni parlamentari, ora, giace nei cassetti della Presidenza dell’ARS ed individua la copertura finanziaria, utile alla messa in sicurezza del territorio, dagli specifici fondi europei. Inoltre, prevede l’uso dei lavoratori forestali a
tempo indeterminato.

Catania 24-11-2013
Il Segretario Generale
Maurizio Grosso



http://www.radioempire.it/comunicato-stampa-sifus-2/







25 dicembre 2013

LETTERA A GESU' BAMBINO




Lettera a Gesù Bambino



Foto Giuseppe Cultrara, Isnello

Caro Gesù Bambino, anch’io quest’anno voglio scriverti (spero a nome di tutti i lavoratori forestali) la mia lettera di Natale.
Tutti pensano di essere onnipotenti, io invece mi voglio rivolgere a te, perchè sei l'unico di cui mi fido.
Anche quest’anno la nostra occupazione principale è stata farci la guerra gli uni contro gli altri.
Anche quest’anno abbiamo letto e sentito promesse non mantenute, non solo, rispetto agli ultimi anni abbiamo lavorato anche meno. Un 2013 da dimenticare!
Caro Gesù Bambino, per il 2014 ti voglio chiedere di non abbandonare i forestali che vivono nell' incertezza e che attendono con ansia di conoscere il proprio futuro occupazionale.
Come ben sai, il lavoro medio di ogni forestale è un lavoro precario da poche centinania di € al mese, umiliati, sconfitti, dove non ci sono leggi e governi che tutelano al 100% la classe operaia. Purtroppo ogni giorno che passa scopriamo l'ennesimo sperpero di denaro pubblico, l'ennesimo intreccio tra mafia e politica, tutto questo non fa altro che togliere ossigeno, non solo a noi, ma a tutti quanti.
"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo" (Paolo Borsellino).
Evvero, c’è crisi, ma i ricchi sorridono fingendo di essere solidali e i precari silenziosamente compiono gesti insani e folli perché sono disperati. Non permetterlo, ci rivolgiamo a te che sei la nostra speranza, l’unica speranza. Sono pessimista, ma non mi arrendo, non posso arrendermi, anche se qualche volta è difficile, sono tollerante e a volte dò sfogo alla mia rabbia, a volte ho anche paura. Caro Gesù Bambino, spero di aver focalizzato brevemente il mio stato d'animo.
Anche questa lettera si conclude con i regali che vorremmo ricevere, questi regali te li ha chiesti per noi Papa Francesco Bergoglio, ecco quali sono:

1) Dove non c'è lavoro manca la dignità;
2) Ai responsabili della cosa pubblica di fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all'occupazione;
3) Basta precarietà del lavoro;

4) Avere coraggio per “affrontare con solidarietà e intelligenza” la sfida del lavoro;
5) Bergoglio: più sforzi per lavoro;
6) L'appello ai politici: Questa economia uccide;
7) "Prego Dio di darci politici lungimiranti e attenti ai problemi";
8) Chi governa deve avere come caratteristiche umiltà e amore;

9) È facile punire i deboli, ma i pesci grandi nuotano;
10) Un buon cattolico si immischia in politica.



Però:

Un buon cattolico che si immischia in politica deve mantenere le promesse;
Un buon cattolico che si immischia in politica deve essere umile;
Un buon cattolico che si immischia in politica deve rinunciare ai privilegi;
Un buon cattolico che si immischia in politica deve denunciare il malaffare;
Un buon cattolico che si immischia in politica deve essere al servizio di tutti.


Un buon cattolico che si immischia in politica non deve rubare;
Un buon cattolico che si immischia in politica non deve allearsi con la mafia;
Un buon cattolico che si immischia in politica non deve usare la chiesa per il proprio tornaconto;
Un buon cattolico che si immischia in politica non deve foraggiare solamente il suo elettorato;
Un buon cattolico non deve solo essere eletto, deve anche lavorare in modo efficace all'interno della legislatura.


E' giusto precisare che non tutti sono da buttare, ci sono anche quelli onesti.



Un sereno e Buon Natale a tutti!







 

VERDE PUBBLICO: ACCORDO CON L'AZIENDA FORESTALE PER REALIZZARE E GESTIRE PARCHI E GIARDINI


Verde pubblico: accordo con l’Azienda Forestale per realizzare e gestire parchi e giardini in Città

imageCALTANISSETTA – Una delegazione del Circolo “Centro Storico” del Partito Democratico di Caltanissetta, guidata dal segretario Ivo Cigna e dall’Arch.Pino Rumeo, ha incontrato mercoledì scorso il Dirigente Generale del Dipartimento delle Foreste Demaniali della Regione Sicilia, Dott. Pietro Lo Monaco, per proporre all’Azienda Forestale iniziative finalizzate ad aumentare la quantità di verde fruibile urbano a Caltanissetta ed a migliorare la qualità e l’efficacia nella gestione del verde pubblico esistente. Caltanissetta infatti continua a trovarsi, su questo importante indicatore della qualità della vita, all’ultimo posto tra i capoluoghi italiani nelle classifiche nazionali. A tal proposito il Circolo, nei giorni scorsi, ha già presentato un attento studiosulla situazione esistente ed una puntuale proposta sulle potenzialità di ampliamento del verde cittadino, che potrebbe fare migliorare, nel giro di un anno o poco più, la quantità e la qualità del verde urbano fruibile.
Durante l’incontro il Dott. Lo Monaco ha espresso la totale disponibilità dell’Azienda,elencando diverse possibilità d’intervento e le sinergie che è possibile attivare per aumentare la dotazione di verde fruibile a Caltanissetta.
Una straordinaria opportunità è offerta dalla L.R. n°69 del 2013 (Legge di Stabilità regionale) che prevede all’art.25 le attività complementari che può svolgere l’Amministrazione Forestale, come ad esempio la manutenzione delle aree verdi pubbliche e/o la cura, scerbatura meccanica e manuale di parchi. Tali interventi possono essere realizzati a seguito di convenzioni con gli enti proprietari dei terreni per la realizzazione dei quali il Dipartimento Azienda  Regionale delle Foreste fornisce il personale, nonché le attrezzature necessarie. Detta procedura prevede, comunque, un intervento sulle spese del 30% a carico dell’Ente pubblico (materiale, carburante, etc.), mentre la restante parte viene coperta dall’Amministrazione Forestale attingendo ai fondi messi a disposizione dalla finanziaria regionale. In considerazione del fatto che nel 2013 per la manutenzione del verde cittadino sono stati appaltati lavori per un importo di circa € 700.000, si comprende come utilizzando l’opportunità offerta dall’art. 25 della L.R. 69/2013 si andrebbero a risparmiare cifre ingentissime. La Regione Siciliana, grazie alla disponibilità del Direttore Lo Monaco, ha comunqueespresso la immediata volontà di fare intervenire, su richiesta degli Enti proprietari, ed a seguito di semplice protocollo d’intesa, alcune squadre di operai per sistemare e mantenere da subito alcunearee di interesse sociale, nella città di Caltanissetta. Le aree, proposte dal Circolo “Centro Storico”, che saranno interessate al sopralluogo congiunto con gli Enti interessati, sono il “Parco Balate”, l’area denominata “Giardino della Legalità” a San Luca, il “Parco Dubini” e la Collina Sant’Anna.
Per la verifica dell’operatività degli interventi proposti verrà realizzato un sopralluogo congiunto da realizzare entro la prima decade di Gennaio e a cui verranno invitati a partecipare il Sindaco di Caltanissetta Michele Campisi, il Presidente del Consiglio Comunale Calogero Zummo, il Direttore Generale dell’ASP Vittorio Virgilio, i gruppi consiliari ed il Coordinatore dei Comitati di Quartiere Carlo Campione.

Caltanissetta, 23 dicembre 2013                        ​Partito Democratico di Caltanissetta
Circolo “Centro Storico”

http://www.ilfattonisseno.it/2013/12/verde-pubblico-accordo-con-lazienda-forestale-per-realizzare-e-gestire-parchi-e-giardini-in-citta/





24 dicembre 2013

LA UILA PROVINCIALE DI SIRACUSA AUGURA BUONE FESTE A TUTTI


Ricevo e pubblico










LA PROPOSTA DELL'UGL SUL RIORDINO FORESTALE







Proposta Ugl

Al fine di salvaguardare il personale operante nel servizio antincendio ed i lavoratori forestali di cui ai contingenti: ex art.49 della l.r.16/96 e l.r.14/06, ex art.59 della l.r.16/96 e l.r.14/06, ex art.46 della l.r.16/96 l.r.14/06 e ex art.56 lr.16/96 e l.r.14/06., la scrivente O.S., considera necessario salvaguardare e migliorare i livelli occupazionali del personale idraulico forestale considerandolo una risorsa e non un esubero ai fini di una definitiva stabilizzazione,
Chiede

la modifica al DDL del bilancio di previsione per il triennio 2014/2016 della Regione Siciliana e propone di abrogare l’articolo 11 del DDL 2014/2016, in quanto il C.I.R. per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria non si rinnova dal 2001, rinvia la liquidazione degli arretrati contrattuali 2006-2008; di abrogare l’articolo 12 del DDL 2014/2016, in quanto fa scomparire un comparto di eccellenza come il SAB Sicilia; di non bloccato il turnover, in quanto apporterebbe un danno non indifferente ai lavoratori della fascia occupazionale inferiore. Si verrebbe negato il meccanismo di sostituzione dei posti resisi disponibili ex art.52 comma I della Lr.1412006; Di rispettare l’accordo del 14 maggio 2009, a tal fine si propone la rideterminazione dei contingenti in 5 fasce:
1) Lavoratori a Tempo indeterminato ex art 46
2) Contingente a 181 giornate ex art 46
3) Contingente a 151 giornate ex art 46
4) Contingente a 181 giornate ex art 56
5) Contingente a 101 giornate ex art 46

 

1) Il contingente L.T.I. viene ridefinito in 2.000 unità ed è composto prioritariamente da tutti gli attuali L.T.I. ex L.r. 16/96, da quelli ex comma 2 ed 11 art.44 L.R 14/06.
Successivamente entro il mese di febbraio di ogni anno, con provvedimento amministrativo, si procederà all’incremento del contingente e della sua ripartizione per provincia, su proposta dell’Osservatorio regionale paritetico del lavoro.
Detto incremento sarà determinato in stretto riferimento alle unità fuoruscite dal settore.
Le commissioni paritetiche provinciali procederanno entro il successivo mese di marzo ad aggiornare per scorrimento l’elenco speciale provinciale.
2) Il contingente a 181 giornate è determinato dalla dotazione di cui ex L.r. 16/96 art. 46 lett. b).
3) Il contingente a 151 giornate è composto dai rimanenti 151nisti e integrato da tutti gli attuali 101nisti ex art 46 L.r. 16/96 e 14/06.
4) Il contingente a 181 giornate è determinato dalla dotazione di cui ex art 56 L.r. 16/96 e 14/06.
5) Il contingente a 101 giornate è composto dall’attuale contingente a 78 gg. Ex art 49 L.r. 16/96 e 14/06.
Al completamento dei posti resisi liberi nei vari contingenti, come rideterminati con la presente legge, si procederà attraverso turn-over automatico con scorrimento dal contingente immediatamente inferiore a quello superiore.
Il lavoratore ogni anno dovrà presentare alla Commissione paritetica provinciale anche tramite l’Uff. prov.le dell’Amm. For. dichiarazione attestante l’assenza di elementi di incompatibilità con la permanenza nell’elenco speciale; indicando anche un massimo di due qualifiche in aggiunta a quella di operaio forestale. In carenza di presentazione della dichiarazione il lavoratore non potrà essere avviato o immesso al lavoro.


Modalità di avviamento

Tramite lettera A.R. e non chiamata al CPI di appartenenza, dovrà rigorosamente essere effettuata procedendo con priorità per Comune ordinati in stretto ordine alfabetico; Tutti i lavoratori 181sti 151sti e 101sti, che hanno il diritto di scegliere, entro il 31 dicembre di ogni anno, il comune di iscrizione e le due qualifiche in loro possesso oltre a quella di operaio comune, in fase di chiamata, fermo restando le disposizioni precedentemente impartite, hanno il diritto/obbligo di scegliere il cantiere di lavoro nell’ambito del comune di iscrizione fino all’esaurimento della disponibilità numerica delle unità richieste nel comune. L’eventuale assenza e/o rifiuto deve essere considerata tale per tutta la durata della chiamata, compreso la fase di ricerca distrettuale necessaria al reperimento della manodopera nei comuni ove rimane la capienza lavorativa. 
L’assenza, al fine del mantenimento della posizione in graduatoria nei successivi avviamenti, sempre fermo restando le disposizioni precedentemente impartite e quanto disposto dalla normativa in materia di rinuncia al turno, deve essere giustificata così come previsto dalla Legge. Tale giustificazione non è richiesta solo nel caso di assenza o rinuncia alla chiamata nella fase di ricerca distrettuale. Resta ferma la responsabilità del lavoratore, assente o indisponibile alla chiamata, all’eventuale decadenza dal contingente di appartenenza o alla perdita del turno di lavoro.
Riassumendo, si ribadiscono qui di seguito, nel dettaglio, le procedure d’avviamento a cui, a parere della scrivente O.S. bisogna attenersi:
1. ordinare le chiamate tramite lettere A.R. secondo ordine alfabetico dei Comuni;
2. procedere alla priorità di tutti i lavoratori delle garanzie occupazionali 181sti presenti nelle rispettive graduatorie comunale ( estrapolate da quella distrettuale) fino al completamento delle unità richieste nei vari comuni e/o cantieri ove è stata richiesta la manodopera;
3. verificare la eventuale residua presenza alla chiamata, di lavoratori 181sti che non sono rientrati nell’avviamento per indisponibilità di posti nei relativi comuni di iscrizione;
4. quantificare i posti rimasti disponibili nei vari comuni e/o cantieri;
5. procedere alla chiamata dei lavoratori 181sti presenti e non rientrati nell’avviamento dei comuni di iscrizione per indisponibilità di posti, utilizzando la graduatoria distrettuale e consentendo loro, nel rigoroso rispetto della stessa, la scelta del comune e/o cantiere ove si è verificata la disponibilità. Non devono essere richiamati i lavoratori risultati assenti alla chiamata nei rispettivi comuni di iscrizione o che hanno manifestato rifiuto all’avviamento;
6. ripetere pedissequamente la procedura di cui sopra per gli avviamenti dei lavoratori 151sti;
7. qualora la richiesta non risulti completata dal numero dei lavoratori avviati, si procederà, sempre nel rispetto rigoroso della procedura dettata utilizzando i lavoratori 101sti.


24 Dicembre 2013
http://www.dedalomultimedia.it/categorie-articoli/di-tutto-di-pi%C3%B9/7597-palermo-proposta-ugl-agroalimentare-e-sindacato-agricoli-e-forestali.html