27 agosto 2013

SAN LEONE (AG). QUARTIERE TRASCURATO E IL BOSCHETTO ANDREBBE DATO ALLA FORESTALE


La crisi di San Leone. Intervista a La Gaipa

«Quartiere trascurato»


Stelio Zaccaria
Continuiamo la nostra inchiesta su San Leone, il suo declino e il suo futuro intervistando il presidente del comitato di quartiere Fabrizio La Gaipa al quale chiediamo subito qual è la sua opinione su questa situazione di crisi.
"In gran parte chi lo dice ha ragione. Il quartiere, specie in inverno, sconta una mancanza di manutenzione sconcertante. Si ricorderanno, ad esempio, le palme non potate fino alla primavera scorsa. Poi, un capitolo a parte meriterebbe tutta l'area occidentale fino a Maddalusa con il porticciolo ancora danneggiato dalle mareggiate di quattro anni fa ed il ponte ormai fatiscente. Ci sarebbe davvero molto da fare".
- Ecco, appunto, cosa si potrebbe fare per invertire la tendenza?
"Intanto, bisognerebbe capire cosa dovrebbe diventare San Leone. Ci vuole una vision. Da piccolo borgo marinaro, negli anni è diventata prima una zona di villeggiatura e poi qualcosa di indefinito. Io, per mia vocazione e per buon senso, la vedo come una potenziale località turistica".
- Ed in quest'ottica cosa si potrebbe fare?
"Tutto parte dall'urbanistica e dall'architettura. Prima di tutto San Leone dovrebbe tornare ad essere bella. Bisognerebbe creare i presupposti affinché chi ha la casa incompleta e senza prospetto lo potesse realizzare e seguendo un piano del colore omogeneo. Chi ha lotti di terreno dovrebbe mantenerli e valorizzali. Ma questo vale per tutta la città".
- Come lo vede lei il lungomare?
"In primo luogo andrebbe estirpato con risolutezza il commercio abusivo degli ambulanti. Se c'è un business della collanina bisogna obbligare chi lo vuol fare a cercarsi un magazzino e a pagare le tasse. Questo indurrebbe tanti proprietari di abitazioni che si affacciano sul Lungomare a chiedere il cambio di destinazione d'uso e a fare lavori di adeguamento. Il valore degli immobili aumenterebbe ed il lungomare si rianimerebbe e diventerebbe più decoroso. Allo stesso tempo, il Comune dovrebbe prendere in concessione regolare il lungomare e cedere spazi sulla terrazza ai bar ed ai ristoranti che si trovano di fronte obbligandoli, ma non sarebbe neppure necessario, ad occuparsi della pulizia e del decoro delle aree. Inoltre, si dovrebbero dare in concessione i frangiflutti in modo da poter fare istallare sugli scogli delle piattaforme come succede a Catania in modo da restituire alla balneazione tutto il lungomare. Poi, dopo avere avviato questo processo, bisognerebbe annullare le corsie del lungomare per tutta la lunghezza della terrazza pavimentando tutto come un'unica grande piazza. Con i soldi del suolo pubblico il Comune potrebbe mantenere sempre tutto integro e pulito. Un circolo virtuoso".
- E per la zona delle Dune?
"Bisognerebbe premere sull'acceleratore per quanto riguarda la pianificazione dell'area. Lì sono previste numerose strade di collegamento fra via degli Imperatore ed il Viale delle Dune. Se venissero realizzate questo cambierebbe molto lo scenario della zona. Si potrebbe dare via libera agli insediamenti turistici che sono evidentemente necessari. Il boschetto andrebbe dato alla forestale".
- Ha qualche idea per il problema del traffico?
"Quello della circolazione è un problema che è stato affrontato con diversi esiti in molte località. L'esempio a noi più utile mi sembra quello di Taormina dove ci sono grandi parcheggi già a ridosso dell'area pedonale. L'eliporto, piazzale Caratozzolo, ed alcuni terreni a ridosso del Ragno d'Oro e delle Dune dovrebbero essere i luoghi per accogliere le auto con bus navetta elettrici che collegano gratuitamente le aree di sosta fra di loro. Ma si tratta di una cosa che deve avvenire a fronte di uno sviluppo complessivo del quartiere".
- Cosa mi dice della questione delle fogne?
"E' ovvio che il mare rappresenta la ragion d'essere di San Leone. Senza il mare il quartiere non esisterebbe neppure. Per questo va tutelato e valorizzato. E' inaccettabile che si scarichi anche una sola goccia di acqua nera non depurata nel mare di Agrigento. Si tratta di una questione di civiltà, ma anche, più brutalmente, di una questione economica. Se si risolvesse il problema si potrebbe ambire persino ad avere la bandiera blu. Le case varrebbero di più, alberghi e ristoranti lavorerebbero di più impiegando più addetti, l'indotto crescerebbe. Il mare pulito serve a tutti"

26 Agosto 2013





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