29 giugno 2012

LA SELVA DEI FORESTALI 4


La selva dei forestali




Gola del Soleo
di Gianpiero Casagni
Secondo Tolomeo non c’è nessuno scandalo, nemmeno sul numero degli addetti al servizio antincendio boschivo: «Grazie a loro siamo in grado di assicurare il servizio 24 ore su 24. Ogni  anno facciamo dai 9mila ai 10mila interventi». Tolomeo, poi , ‘difende’ il dato relativo agli ettari di ‘bosco’ in Sicilia che vuole siano 512mila: «Mancava un rilevamento serio prima del sistema informativo forestale. È vero, è inclusa anche la ‘macchia mediterranea’ ma non basta una semplice copertura a verde, devono essere presenti cinque specie diverse».
Infine, sul concetto di  redditività dei boschi il dirigente del corpo forestale sostiene che «è ampio e che – continua – il concetto di bosco è stato frainteso. Una economia boschiva puoi farla dove te la puoi permettere. In Sicilia l’albero per produrre carta, come avviene in Lombardia o in Veneto, non si può fare».
«Io – ha detto di recente il governatore dell’Isola, Raffaele Lombardo - ho trentamila forestali ma potrei tranquillamente gestire i problemi dell’antincendio e dei boschi con un quinto del personale. Risparmierei l’80% degli stipendi». Poi il presidente ha sottolineato che «il mio governo ha deliberato il blocco delle assunzioni. I forestali da 30mila si sono già ridotti a 27mila perché cominciano ad andare in pensione. Se il blocco delle assunzioni continuerà, passeremo in breve tempo, in proporzione, da 100 a 25». In Calabria, invece, dove gli incendi boschivi sono aumentati in maniera costante e vertiginosa dal 2005 in poi (l’82% sono dolosi), sono gli operai a ‘sparire’.
Nel senso che il loro numero, diminuisce a causa dell’età, dell’inidoneità sanitaria o altro. Fra dipendenti, a tempo indeterminato, dell’Afor, quelli dei Consorzi di bonifica e gli altri circa 500 operai ‘ex fondo sollievo’, ad occuparsi di antincendio in Calabria sono poco meno di 3mila addetti.
A costoro vanno sommati circa altri 6mila e 500 dipendenti Afor (azienda forestale regionale)  che si occupano di mantenere i boschi,  creare le canalette antifuoco, effettuare la piantumazione ed altro.
Come sottolinea l’Afor di Cosenza: «durante i mesi invernali, nei periodi di piovosità o neve, gli operai forestali sono messi in cassa integrazione per l’impossibilità oggettiva ad operare all’aperto e su terreni resi impraticabili dalle avversità atmosferiche». Tutti assieme costano circa 240 milioni di euro l’anno, di cui 80 a carico della regione. Ma spesso subiscono forti ritardi nel pagamentodegli stipendi.
L’impiego degli operai, come di recente è avvenuto nella città di Cosenza (dove 200 operai sono stati impiegati per la pulizia dell’alveo dei fiumi ed il ripristino dell’impianto di irrigazione di Villa Vecchia con il recupero del manto erboso), passa attraverso una preventiva stipula di protocolli d’intesa fra gli enti pubblici e l’Afor, che di recente ha stabilizzato 300 lavoratori ex Why not (società di outsourcing di Lamezia Terme) specializzati nel settore informatico, ma anche in altri campi che nulla hanno a che vedere con l’ambiente, che si occuperanno dei presidi idraulico-forestali per prevenire i rischi del dissesto idrogeologico.
Perché no? si saranno chiesti i politici interessati a mantenere i posti di lavoro.

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