20 aprile 2012

RAFFAELE LOMBARDO: UNA FINANZIARIA DI RIGORE PER LO SVILUPPO DELLA SICILIA

Quella che è stata approvata qualche giorno fa in Assemblea è una finanziaria di straordinario rigore, per i tagli e per l’impostazione, che per pareggiare i conti ha dovuto tagliare diverse spese e che con il sistema degli accantonamenti sblocca una parte della spesa solo a condizione che ci siano le relative entrate.
Questa è l’impostazione generale della finanziaria che si avvale anche di una valorizzazione del patrimonio, questa volta dettagliatamente indicato. Non c’è dubbio che questa regione che ha problemi finanziari, come tutte le altre regioni e più delle altre essendo una regione del sud che paga di più i tagli e le manovre che i governi hanno fatto.
Non dimentichiamoci quattro numeri sui quali un governo responsabile non può che fare la sua parte. Le due manovre di Tremonti e di Monti ci hanno portato via 1,5 miliardi di euro. Aggiungiamo che non abbiamo ricevuto i 600 milioni di premialità della sanità che ci spettavano. E, infine, abbiamo anticipato 800 milioni di fondi Fas. Il governo avrebbe dovuto darci tutti i fondi Fas entro il 2012 e invece non ci ha dato neppure quanto abbiamo anticipato. Questa è una cifra notevolissima che grava sul nostro bilancio.
Non c’è dubbio che c’è stata una intesa e la volontà di far passare delle norme positive, come non c’è dubbio che qualche deputato non si è tirato indietro rispetto alla tentazione di metterci dentro qualche sciocchezza. Mi auguro che queste vengano bocciate dal commissario dello Stato perché sono frutto di interessi particolaristici che non sarebbe male far sparire.
Ma in questa finanziaria le cose importanti e fondamentali ci sono. Ci sono norme per lo sviluppo e per aiutare la produzione anche e soprattutto quella agricola. Ci sono le norme che riguardano l’antitaroccamento e il contrasto alle frodi che nuocciono alla nostra economia.
Poi un articolo sul fotovoltaico e le energie alternative. Le banche concedono prestiti fino ad un certo punto, la restante parte può essere garantita dal nostro fondo costituito con il conferimento di pezzi del nostro patrimonio. Questo potrà accelerare la creazione di piccoli e piccolissimi impianti di produzione energetica che serviranno alla produzione agricola come all’artigianato e in generale alle famiglie.
Poi ci sono due norme di vitale importanza per la Sicilia, anche se appaiono in conflitto con le norme sulle liberalizzazioni che sono state approvate dal governo Monti. Una riguarda la Serit, argomento sul quale torneremo perché bisogna prevedere più rate, è necessario sbloccare i beni ipotecati, ci vogliono lievitazione di interessi meno cervellotiche. E poi c’è una norma sulla grande distribuzione alla quale o si da un freno oppure è chiaro che la morte del piccolo commercio e della nostre produzioni agricole sono segnate.
Poi ci sono alcune norme che sembrano sciocchezze ma sono di importanza fondamentale. Finalmente abbiamo stabilito per legge che si può fare la mobilità di un dirigente o di un dipendente da un dipartimento all’altro. Fino a ieri, e sembra incredibile ma pur avendo tanti dipendenti l’amministrazione riscontrava che alcuni dipartimenti erano sguarniti di personale mentre altri avevano un surplus di personale sottoimpiegato. Adesso possiamo fare la mobilità e l’istituto che si occupava di rapporti con il personale, l’Aran, è stato profondamente modificato. Mentre prima costava milioni di euro adesso avrà solo tre consiglieri di amministrazione che prenderanno una indennità modestissima.
Altre norme poi riguardano la soppressione di due dipartimenti importanti. Uno è l’Agenzia per l’impiego e la formazione, un doppione del dipartimento lavoro, che viene assorbita da quest’ultimo.
L’altro dipartimento è l’Azienda foreste. Questa credo sia la norma più rivoluzionaria di questa finanziaria perché realizziamo il primo grande decentramento di poteri, risorse e personale dalla Regione all’ente intermedio che in questo momento è la Provincia ma domani mi auguro possa chiamarsi libero consorzio dei comuni. La norma prevede che nell’arco di pochi giorni con un decreto della Presidenza dobbiamo realizzare lo straordinario obiettivo di trasferire 26 mila persone che si occupano di antincendio e che lavorano nel settore delle foreste, alle Provincie che potranno controllarli più da vicino e li aiuteranno e gli faranno fare certamente un lavoro più dignitoso rispetto a quello che potevano fare sotto l’occhio lontano della Regione. Potranno curare il verde delle scuole o degli ospedali attraverso le convenzioni che la Provincia potrà fare e questo è certo un ente più vicino al territorio e conosce meglio le esigenze.
Altre norme prevedono ad esempio che nei boschi, per quanto compatibile, si possano impiantare strutture precarie per fare attività lavorative, dal vendere bevande a organizzare passeggiate a cavallo.
Abbiamo poi abolito i Consorzi di ripopolamento ittico, una invenzione che non serviva a nulla se non a pagare consiglieri di amministrazione. Allo stesso modo abbiamo abolito la commissione di tutela ambientale provinciale e regionale che non si riunivano ormai da dieci anni. Mentre alcuni servizi come quelli dell’Arpa, ormai devono essere retribuite. Molto spesso offrono servizi alle imprese e non vedo perché queste non debbano fare la loro parte per pagare servizi che alla regione costano.
Abbiamo poi investito per la riduzione dei ticket sanitari e abbiamo previsto che le assunzioni per le vittime di mafia possano riguardare anche i parenti fino al secondo grado. Abbiamo poi cominciato a onorare, finanziandoli, i contratti dei regionali. Abbiamo fatto un piccolo passo e se ne dovranno fare altri. Vi posso assicurare che c’era una forte opposizione da un bel pezzo dell’assemblea e attraverso il maxiemendamento abbiamo posto questa condizione importante.
Abbiamo poi affrontato la questione del precariato che riguarda i nostri e i 22 mila degli enti locali. Abbiamo fatto una norma che però non so che esito e che fortuna avrà.
Parlare di precariato come solito vizio della regione è fuori di luogo. Io credo di essere stato il primo presidente che ha chiuso la partita del precariato attraverso il blocco delle assunzioni negli enti e nell’amministrazione e che allo stesso tempo ha fatto una forte stabilizzazione. Persone che di proroga in proroga stavano da venti anni soffocati nella speranza che la politica gli mantenesse il lavoro. Per i 4500 della regione non è più così. C’è ancora il problema degli altri che però inciampa su una norma nazionale. Dovremo organizzare un tavolo con il governo nazionale, che mi pare poco sensibile sull’argomento, perché capisca che qui è tutta un’altra storia che dobbiamo certo lasciarci alle spalle ma non lasciando in mezzo a una strada queste famiglie che sulla previsione di un modesto stipendio hanno costruito le prospettive della loro vita.
A proposito di rifiuti abbiamo poi approvato una norma molto importante che consente di intervenire sui comuni viziosi che in alcuni casi vanno commissariati. Gli Ato hanno un debito di un miliardo verso i fornitori, che sono anche le imprese che forniscono la manodopera e che realizzano la raccolta dei rifiuti urbani. I comuni non vigilano sulla efficienza della riscossione e a loro volta sono debitori nei confronti degli Ato rispetto ai quali hanno esercitato pressioni sempre con il solito obiettivo delle assunzioni. Lo scandalo è enorme e quando si ci infila la mafia scattano le misure conseguenti, dagli arresti al disvelamento di tutto questo formicaio di porcherie che stava sotto il settore dei rifiuti (per non parlare della vergogna e dello scandalo che sarebbe scoppiato sui termovalorizzatori). Ora cosa si fa? Intanto ci sono le sanzioni per i sindaci. E poi bisogna definire gli Ato e chiudere le liquidazioni entro quest’anno per poi organizzare una grande gara per le riscossioni. Ci auguriamo che la società per le riscossioni che dovrà rapportarsi con i singoli comuni abbia la capacità finanziaria per poter anticipare quel miliardo che abbiamo il dovere di pagare ai nostri creditori. Questo è il contesto complessivo che abbiamo affrontato.
Infine bisogna attaccare il patrimonio. Se questo è utile bisogna metterlo a profitto. Se invece è meglio che sia un privato ad occuparsene lo si dismetta. Ovviamente con la riserva che le dismissioni non possono pagare spesa corrente ma solo investimenti mentre la messa a reddito potrebbe consentirci di fronteggiare la spesa corrente.

Articolo pubblicato il 20 aprile 2012


 Non si vedono miglioramenti occupazionali
 PRECARI ERAVAMO,  PRECARI SIAMO E PRECARI SAREMO.
Grazie a tutta la casta.


Presidente però voglio dare a Cesare quello che è di Cesare. In questi anni di suo governo abbiamo sempre ottenuto qualcosa in più in termini di giornate lavorative, ma è pur vero che il comma 4 dell’accordo del 14 maggio 2009 non è stato attuato, cioè “il governo si impegna a predisporre apposito disegno di legge di riordino e di ammodernamento del settore”. O addirittura “il 9 ottobre del 2008, quando aveva trovato l’intesa con le parti sociali: si impegnava a sviluppare ogni iniziativa entro e non oltre il 31 dicembre, al fine di garantire l’attuazione integrale dell’accordo sindacale del 30 novembre 2005″.



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